Santa Messa nella notte di Natale

Spunti per l'omelia
24-12-2020

 

  • Giungiamo a questo Natale con tante domande nel cuore, con molta sofferenza e con molteplici preoccupazioni. Sembra che l’incubo dovuto alla pandemia non finisca mai e che il futuro si faccia sempre più incerto…
  • Tanta bellezza del creato, della vita, dei cuori sembra perduta o messa in crisi. Dinanzi a questo scenario giunge a noi – non inattesa, ma straordinariamente nuova – una notizia di gioia in questa notte, quella che l’Angelo dona ai pastori: oggi è nato per voi un Salvatore!
  • Il che vuol dire che finalmente possiamo passare dalle tenebre alla luce: le tante sofferenze presenti nella storia ricevono ancora una volta una grande Luce. La Luce che viene nel mondo è quella vera, ci dice l’evangelo di Giovanni (Gv 1, 8-9), preannunciata da Giovanni Battista e finalmente giunta a noi nella squallida stalla di Betlemme. Non dimentiochiamolo mai: lì è nato Gesù, in povertà, tra stenti e al freddo, come ci dice il meraviglioso canto di S. Alfonso (e vieni al freddo e al gelo…). Ciò non è avvenuto per farci cantare e per darci un tocco poetico, ma per vivere l’autentica solidarietà con chi vive nel disagio (oggi accresciuto dalle sofferenze provocate dalla crisi sanitaria, economica e sociale!).
  • Mi ha scritto una bambina di una scuola media: le parole che descrivono il Natale vero sono: vicinanza, solidarietà, comunione, aiuto, accoglienza. Desidero che queste parole giungano al cuore di tutti per poter condividere che l’arrivo della Luce tanto attesa non può che tradursi in una nuova logica di vita: quella dell’Amore che viene incontro a noi.

Riconosciamo nella Sua voce, che ci dice “eccomi”, quel Tu divino che si è fatto umano nel mistero dell’Incarnazione. Ed è proprio Lui, Gesù,il Cristo, il Verbo del Padre,  a essere innamorato dell’umanità, al punto da scendere dal cielo alla terra per risalirvi con la sua Sposa.                                                            (Anna Maria Canopi)

  • Dio è innamorato della nostra umanità e ci viene incontro. Nel mio cuore sorge una domanda: e tutti gli scenari orribili di questo mondo, come fa ad amarli? Quali scenari, potremmo chiederci… Provo ad elencare le regioni di guerra: Siria, Libia, Nagorno Karabakh, Tigrai, Venezuela, Colombia, Africa centrale… e sicuramente dimentico qualche situazione. E non basta: non pensiamo alle violenze su donne e minori? Alle torture e alle sopraffazioni sui prigionieri politici e non? Alle iniquità ai danni dei più poveri e degli indifesi? Alle pulizie etniche di cui nessuno parla eppure presenti? Nel dolore atroce del covid abbiamo forse abbandonato gli anziani e i diversamente abili…. Insomma lo scenario è variegato e ferito. Questo trova Gesù. Di questa umanità ancora oggi Egli si innamora, la fa sua, intende sposarla e per questo noi celebriamo la Sua venuta. Come oggi, così anche all’epoca del governatore Quirinio di orrori e nefandezze ce n’erano in abbondanza e il Signore ben le conosceva, come vede benissimo quelle odierne, perchè scruta il cuore dell’uomo che le genera. Ma ama questo cuore e sceglie di amare l’umanità che soffre e geme, come nelle doglie del parto.
  • La gioia – dice Isaia – viene moltiplicata dall’intervento di Dio: il giogo di Israele oppresso dall’esilio è spezzato. Ma è spezzato anche il nostro, sudditi dell’egoismo e dell’individualismo (come sottolinea con profezia Papa Francesco nella Fratelli tutti), vittime di un sistema sociale che non crea spazio per gli ultimi della terra. Ho l’onore e il dovere di trasmettervi alcune delle parole che mi hanno rivolto gli ospiti della Casa di Reclusione Passerini qui a Civitavecchia:

Noi ultimi per la società siamo chiamati delinquenti, siamo soggetti irrecuperabili; ma, se per un attimo ci guardassero con gli occhi di Gesù, vedrebbero che, anche se abbiamo sbagliato, dentro di noi c’è tanto amore e tanta carità e corremmo donarli al nostro prossimo.

 

  • Ogni oppressione deve sparire dalla terra, se accogliamo veramente Gesù. Ogni oppressione! E tutto questo passa attraverso un bambino (questo per voi il segno, dice l’Angelo: troverete un bambino….). Perché proprio attraverso un bambino? Potremo comprendere se lasciamo che il nostro cuore, come quello dei pastori, si accende di commozione e di tenerezza (e questo proprio dinanzi ad un bambino che piange e sorride nella sua “culletta”, in questo caso in una sordida mangiatoia).

Se già una nuova vita è un mistero così grande e così bello che sempre ci fa in qualche modo rinascere, tanto più lo è la nascita di Colui che è la Vita! In Lui ritroviamo il nostrto principio, scopriamo il nostro fine. Contemplando il Verbo incarnato, per mezzo del quale siamo stati creati, contempliamo anche il nostro destino eterno, l’orizzonte vero della felicità cui tutti siamo chiamati. (Anna Maria Canopi)

  • Non è solamente un bambino e nemmeno solamente il Bambino. Egli è il consigliere ammirabile (Colui che ci indica la via della Vita); egli è il Dio potente (Colui per il quale nulla è impossibile e che stravolge il corso della storia); egli è Padre per sempre (viene a donarci l’Amore del Padre, ci rende figli e fratelli, è il custode della nostra fragilità); egli è il Principe della pace (attraverso di Lui il cuori possono riconciliarsi e può nascere una civiltà dell’amore, quella che abbiamo visto nel sacrificio di tanti che hanno eroicamente speso tutte le loro energie per sostenere i malati nei mesi scorsi); egli è artefice del diritto (da Lui possiamo comprendere che non esistono diritti che escludano qualcuno, e non possiamo non pensare ai tanti – donne e uomini, anziani e bambini – che in mare perdono la vita sognando un futuro che il nostro Occidente vuole negare loro).
  • È questa la bontà di Dio annunciataci da S. Paolo nella lettera a Tito. Ci viene incontro, ci nostra la Bellezza, ci dona finalmente la Speranza. Ci chiede quell’orizzonte di vita NUOVO, necessario per accogliere una vita bella e degna, quella che tutti meritiamo. Dobbiamo vivere di conseguenza: nella sobrietà (la scelta della condivisione e dell’equilibrio), nella giustizia (la scelta dell’alterità e della verità), nella pietà (la scelta dell’apertura della mente e del cuore e dell’accoglienza della diversità). Così giunge a noi la salvezza, apportata – dice Paolo – dalla venuta del Signore Gesù: Egli ha dato se stesso per noi, ci ha liberati e riscattati. Se non è amore questo….
  • È il momento di dirlo al mondo, di fare come fecero i pastori che tornarono inneggiando e glorificando! Un cuore semplice ha compreso, ora quel cuore semplice può gridare al mondo: è nato il Salvatore, si chiama Gesù di Nazaret e noi l’abbiamo incontrato!

Dio, accomodati pure, non ti formalizzare non mi rimproverare se mi lascio un poco andare e mi circondo del disordine in cui hanno messo il mondo, lo so che hai altro da fare ma liberaci, se ti capita, dal male fatto da quelli che usano il tuo nome e non sanno cos’è la compassione delle umiliazioni che c’inducono a ingoiare i pavidi, i pazzi, i polli, i potentelli gli pseudocredenti e tutti quelli che non trovano altro modo per potersi realizzare Ma piano, mio Dio, così mi accechi ma non ero preparata a tutta questa vita a una primavera arrivata nonostante e al tremito di luce sulle mani stanche.  (Chiara De Luca)