‘Per-Correre la via della fede”: la chiamata, la risposta, la missione

La cronaca dei tre giorni del pellegrinaggio dei giovani

Venerdì 17 maggio: primo giorno
 
«La chiamata, la risposta, la missione: sono questi di tre ‘gradini da salire’ per riempire la nostra vita con la gioia della speranza». È questo il messaggio che il vescovo Enrico Dal Covolo, rettore dell’Università Lateranense, ha rivolto agli oltre mille giovani partecipanti al pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi ‘Per-Correre la via delle fede’ che si è aperto a Tarquinia Lido. Il pellegrinaggio è promosso dall’Unitalsi in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia.
 
Parlando ai giovani, molti dei quali disabili in carrozzina, monsignor Dal Covolo ha commentato i tre ‘gradini’. Anzitutto ‘la chiamata’ «perché è Dio che ci chiama, anche se talvolta crediamo di poterci costruire da soli la nostra vocazione perché troppo poco ci lasciamo persuadere dalle iniziative dello Spirito. Invece, come diceva Giovanni Paolo II, ogni vocazione è ‘dono e mistero’».
Il secondo gradino è ‘la risposta’: ricordando le numerose esperienze degli apostoli e dei santi, monsignor Dal Covolo ha però rammentato che «a ognuno di noi, ogni giorno della nostra vita, è data la possibilità di rispondere come Maria o come il giovane ricco. Dobbiamo chiederci: cosa debbo ancora lasciare per seguire veramente Gesù?».
Il terzo momento è quello della ‘missione’ perché, ha detto il rettore della Lateranense, «sia la chiamata sia la risposta non sono fini a se stessi». Anche la missione va scoperta di giorno in giorno «disposti ad abbracciare la croce e a seguire Gesù, passando attraverso la testimonianza della fede».
 
La serata è continuata con la cena comunitaria sotto la tensostruttura allestita nel piazzale antistante la parrocchia Santissima Stella del Mare e, successivamente, con uno spettacolo musicale condotto da Ruby Zerbi e le esibizioni degli All Over Gospel Choir e i Super Mambo Acrobatic Team e la partecipazione straordinaria di Alessandra Amoroso. Non un semplice concerto, ma una vera e propria festa di condivisione in cui i giovani hanno potuto relazionarsi ed essere protagonisti. (Su Facebook l’album fotografico di Antonio Dolgetta)
 
Sabato 18 maggio: secondo giorno
 
Il pellegrinaggio è continuato con il cammino e la visita nelle quattro chiese storiche di Tarquinia. In ognuna di esse i giovani hanno assistito a brevi catechesi intervallate da testimonianze e momenti di musica e di intrattenimento che hanno visto la le esibizioni di artisti locali (Enrico Maria Falconi, il Balletto di Civitavecchia) insieme ad artisti di chiara fama tra cui Michele Paulicelli, autore di ‘Forza Venite Gente’.
 
La serata ha avuto come prologo un pomeriggio di festa e svago per i giovani con una passeggiata sul Lungomare di Civitavecchia seguito dalla cena GiovaniinGala presso il Forte Michelangelo.
Qui, inoltre, si sono svolto i saluti delle autorità cittadine e i partecipanti hanno potuto sottoscrivere la petizione all’Unione Europea ‘Uno di Noi’ per promuovere la protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento. La petizione è promossa in sette Paesi europei e nel comitato italiano, composto dalle maggiori organizzazioni cattoliche, aderisce anche l’Unitalsi.
 
Il culmine della tre giorni si è avuto la sera con la Veglia di Pentecoste nel Porto Storico di Civitavecchia. La celebrazione eucaristica, che ha visto la partecipazione di circa duemila persone, è stata presieduta dal vescovo Luigi Marrucci e concelebrata da quaranta tra sacerdoti e diaconi della diocesi.
Nell’omelia, monsignor Marrucci ha parlato dello Spirito Santo secondo la narrazione dell’evangelista Giovanni. «Il quarto vangelo attribuisce a Gesù e allo Spirito Santo la stessa identificazione dinamica: cioè sono Persone divine», ha ricordato il vescovo Luigi. «Con il Padre, il Figlio e lo Spirito, sono un unico Dio». Cinque – secondo il vescovo – gli elementi che descrivono lo Spirito Santo: è Paraclito ‘l’avvocato presso il Padre, presenza che rimane sempre con noi». Lo Spirito Santo, con la sua opera, «è colui che fa memoria e fa comprendere tutto ciò che è oscuro a livello spirituale». Lo Spirito Santo «è artefice di testimonianza: ci dice chi è il Padre e chi è Gesù e rende le persone che accolgono tale dichiarazione, idonee a fare altrettanto, ad essere cioè testimoni». Lo Spirito Santo poi è «Colui che rimprovera, ammonisce, ma anche aiuta a comprendere quelle cose che ancora non sono conosciute». Infine, lo Spirito Santo, è colui che «porta a compimento tutto ciò che è stato detto, dà senso agli avvenimenti, alla storia che Dio incessantemente scrive». (omelia integrale)
 
 
Domenica 19 maggio: terzo giorno
 
Una grande sorpresa per giovani pellegrini dell’Unitalsi e della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia che hanno terminato il meeting ‘Per-Correre la via della fede’. Nel tendone della Parrocchia di Sant’Agostino che ha ospitato l’incontro finale – una liturgia della parola con la catechesi mariana tenuta da don Danilo Priori – è stata esposta in una teca di vetro la Madonnina delle lacrime.
È la prima volta, da quando la statua venne deposta all’interno della Chiesa di Sant’Agostino nella nicchia vetrata, che la Madonnina viene esposta alla devozione in luogo pubblico.
«Questo – ha spiegato il vescovo Luigi Marrucci, ringraziando la famiglia Gregori proprietaria della statua – per consentire ai numerosi giovani, molti dei quali in carrozzina, di poter svolgere la visita in modo sicuro e senza intralciare l’attività pastorale della parrocchia nel giorno di Pentecoste».
 
«Per-Correre la via della fede col passo giovane – ha dichiarato nell’incontro finale don Danilo Priori, vice assistente nazionale dell’Unitalsi – significa inevitabilmente assaporare consapevoli la brezza dello Spirito; non a caso il vescovo Tonino Bello ripeteva con fermezza e convinzione che lo Spirito Santo è strutturalmente legato all’idea di giovinezza». Il sacerdote ha inoltre tracciato un bilancio della tre giorni in cui i giovani hanno pregato, riflettuto e condiviso momenti di festa e solidarietà. Don Priori ha poi sottolineato che, nel giorno di Pentecoste «abbiamo voluto concludere l’incontro con il saluto a Maria, madre del cenacolo, perché è lei l’immagine perfetta della Chiesa, il volto vero della Sposa che – rigenerata ogni volta a nuova bellezza dallo Spirito – non patisce le accuse delle macchie sul volto e delle ferite nel corpo». Da qui l’incitamento ai numerosi giovani «ancora una volta è tempo di gioia perché la quotidianità, quand’anche fosse arida e silente, si apre alla speranza; c’è una strada da percorrere fino in fondo, c’è una voce che rompe il silenzio e diventa Parola di vita, c’è Gesù che sempre e comunque attira a sè!».
 
Salutando i giovani partecipanti al termine dell’incontro a Sant’Agostino, il vescovo Luigi Marrucci ha ricordato il recente incontro con Papa Francesco, quando lo scorso 1° maggio ha accompagnato alla messa privata del Pontefice una delegazione della Comunità ‘Il Ponte’. «Quando gli ho presentato il gruppo dei giovani e delle ragazze madri che vivono in una delle due strutture della diocesi – ha ricordato il presule – il santo Padre mi ha ripetuto quanto ho sempre creduto: ‘Voglia bene alla carne di Cristo; questi nostri fratelli e sorelle sono carne di Cristo’». Rivolto ai pellegrini, monsignor Marrucci ha ripetuto «è questo il messaggio che vi lascio, cari amici: amare e servire la ‘carne di Cristo’ ogni giorno, ricordando che soltanto chi abita Dio, ama e serve la carne del suo Figlio, nei fratelli».
«Tornate nelle vostre città, – ha poi aggiunto- nei luoghi in cui condividete la vita, lo studio, il lavoro e lì narrate con la vostra vita che Dio è Amore, che Gesù Cristo è Persona viva e presente in ogni fratello e sorella, soprattutto se ha qualche difficoltà»