«Gesù Cristo, il primo pellegrino, il primo profugo». La preghiera ecumenica “Morire di speranza”

In una celebrazione molto partecipata, il 19 settembre, il ricordo delle vittime del mare, le preghiere e la testimonianze

Omar, giovane del Mali trovato morto sulle coste di Agrigento. Richard, Bose e le piccole Blessin e Favour, di 11 e 13 anni, annegate a poche centinaia di metri da Lampedusa insieme ad altre 33 persone.
Sono alcuni dei 19 mila migranti morti nel tentativo di arrivare in Europa, la maggior parte nel Mar Mediterraneo. A loro era dedicata la preghiera ecumenica ‘Morire di speranza’ che giovedì scorso, 19 settembre, si è svolta nella Chiesa dei Santi Martiri Giapponesi a Civitavecchia.
 
La celebrazione, presieduta dal vescovo Luigi Marrucci, è stata promossa dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con la Diocesi, ed ha visto la partecipazione di Massimo Aprile, pastore della Chiesa Evangelica di Civitavecchia, e di Ion Dimulescu, parroco della Comunità Ortodossa Romena.
 
«Ci troviamo insieme a fare memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa, cioè ricordare coloro che lungo la traversata hanno perduto la vita, ma anche coloro che hanno ripreso la terraferma e continuato il loro cammino di speranza alla ricerca di una loro dignità» ha ricordato il vescovo Marrucci all’inizio della celebrazione.
Per il presule, il viaggio dei migranti «è il simbolo del nostro viaggio, nella nostra vita, del nostro cammino. Nella vita ci troviamo di fronte a tante cose, talvolta ci perdiamo, talvolta riusciamo a sopravvivere, riprendiamo e continuiamo la strada. Ci affidiamo a Gesù Cristo, colui che per primo ha fatto il pellegrinaggio, dal seno del Padre alla nostra umanità. Lui il primo pellegrino che ha dato inizio alla nostra vita di pellegrini, alla nostra vita di profughi, per raggiungere quella patria beata, la Gerusalemme del cielo verso la quale camminiamo».
Durante l’omelia, riprendendo il vangelo proposto dalla liturgia del giorno, monsignor Marrucci si è soffermato sull’episodio della peccatrice che lava i piedi a Gesù nella casa del fariseo. «Una peccatrice che è perdonata perché ha molto amato». Un amore che, secondo il vescovo, deve essere la misura della carità e dell’accoglienza verso gli immigrati. «Lava con il pianto i piedi di Gesù, li bacia e li profuma. Anche noi, nel cammino della vita, dobbiamo perdonare e lavare i piedi degli altri: ma non in modo scriteriato.  Dobbiamo amare in un modo attento, senza offendere gli altri, rispettosi della dignità. La carità va fatta rispettando la dignità della persona, non riducendo le persone in un lager».
 
La celebrazione, dopo la meditazione delle letture, è proseguita con un commovente ricordo dei defunti in cui si alternavano il racconto delle storie di tante vittime e le preghiere. Ad avvicendarsi nelle letture i rappresentanti delle comunità immigrate presenti a Civitavecchia e molti giovani.
La preghiera si è conclusa con una processione verso il mare e un’altre breve cerimonia sul pontile della Lega Navale. Qui, alla presenza dell’equipaggio della motovedetta Sar Cp305 della Capitaneria di porto di Civitavecchia, che è stata impegnata per sei mesi nei soccorsi a Lampedusa, c’è stata la testimonianza del primo maresciallo Daniel Perilli.
«Non è possibile rimanere indifferenti ad un carico umano di tale disperazione, – ha detto l’ufficiale visibilmente commosso –  puoi solo esserne travolto. Ed allora vai oltre: oltre te stesso, oltre i tuoi limiti fisici, oltre il dovere e oltre il lavoro. Perché il tuo sacrificio può salvare vite e ridare speranza. Noi abbiamo letto negli occhi delle persone, delle donne e dei bambini, che abbiamo avuto la fortuna di soccorrere, l’inizio di una nuova vita. Lampedusa per me e per il mio equipaggio è stato un onore, la gioia di aiutare il prossimo».
Con un’imbarcazione messa a disposizione dalla Lega Navale, su cui hanno preso posto due giovani immigrati che portavano la croce insieme ai celebranti, è stata portata una corona di fiori in mare a conclusione di una veglia molto intensa e molto partecipata.
 
Nella pagina Facebook della Diocesi la galleria fotografica della celebrazione