Ripartire dalla famiglia

47/ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani: l'incontro di Torino nell'esperienza della nostra Diocesi.

“La famiglia, speranza e futuro per la società italiana” è il tema su cui si sono confrontati i partecipanti alla 47a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che si è svolta a Torino dal 12 al 15 settembre. Oltre 1.300 persone, dalle diocesi e dal mondo cattolico, si sono ritrovate per confrontarsi su temi riguardanti l’attuale situazione sociale, economica e politica della famiglia e per valutarne le prospettive.
In rappresentanza della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, oltre al vescovo Luigi Marrucci, erano presenti i coniugi Giuseppe e Raffaela Mancuso, responsabili della Pastorale familiare, e Domenico Barbera, delegato alla Pastorale sociale e del lavoro.
 
Molti i temi trattati in piena sintonia con la ‘vocazione della Chiesa’ che, come ha evidenziato introducendo i lavori il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha come suo primo compito quello di ascoltare Dio e inseparabilmente il mondo, soprattutto le sue sofferenze, i disagi, le fatiche, le paure.
«Il tema scelto – spiega Domenico Barbera – non è stato inteso solamente in quanto questione eticamente sensibile, ma affrontando nel complesso le implicazioni di carattere sociale ed economico, sottolineandone gli aspetti della relazione uomo-donna e del dialogo intergenerazionale, il ruolo sostanziale che sta avendo in questi lunghi anni di crisi quale ammortizzatore sociale, l’esigenza di politiche mirate sia in termini di impegno educativo che di lavoro e di fiscalità».
L’articolazione del programma ha previsto tre momenti: l’ascolto, il confronto e la proposta. Dalle relazioni e dal successivo dibattito nelle assemblee tematiche, è emerso con chiarezza che la rinascita del Paese non può che partire dalla famiglia, alla quale va riconosciuto quel ‘ruolo pubblico’ che effettivamente svolge.
L’impatto della crisi economica è stato il tema che, trasversalmente, ha caratterizzato tutti gli ambiti dei lavori. «Al contrario di quanto si è verificato in buona parte dei paesi occidentali – sottolinea Giuseppe Mancuso – l’attuale crisi pesa principalmente sulla famiglia che, come ha ricordato l’economista Stefano Zamagni, è considerata ancora come destinataria di servizi e dunque una voce di spesa del bilancio pubblico, piuttosto che una risorsa per lo sviluppo». Una visione che, secondo Mancuso, nasce dalla mancata consapevolezza che «la famiglia prima di essere soggetto di consumo, è soggetto di produzione, generatore di capitale umano, sociale e relazionale, e non è soltanto il luogo degli affetti».
Dall’assemblea è emersa l’esigenza di attivare nel nostro Paese nuovi meccanismi fiscali e di welfare, un più efficace collegamento tra tutte le agenzie educative, un processo di ‘armonizzazione’ tra tempi e luoghi di lavoro e tempi e luoghi di vita. «Significa – spiega Barbera – soprattutto oggi e con assoluta priorità, attivare meccanismi in grado di risolvere la crescente difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani e per quanti ne sono espulsi. Perché nessuna società può crescere e distribuire benessere con equità, se le famiglie per prime non crescono, se non educano al senso di giustizia e di solidarietà, se non sanno trasformarsi in ponte tra le generazioni».
Un altro tema estremamente attuale ed urgente, sollevato dal cardinale Bagnasco e ripreso in più occasioni durante i lavori, riguarda la gender theory: un filone di pensiero che ha iniziato a concretizzarsi a partire dagli anni Settanta, secondo cui il sesso della persona non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una elaborazione culturale in funzione della ripartizione dei ruoli nella società di appartenenza. «Una visione – sottolinea Raffaela Mancuso – che arriva a cancellare la differenza sessuale eliminando così la possibilità di essere padre e madre, figlio e figlia. Infatti, a partire dalla celebre espressione di Simone de Beauvoir – ‘Non si nasce donna, lo si diventa’ – si comincia a distinguere il sesso dal genere, come due realtà non sovrapponibili». «A questo proposito – anticipa la referente per le famiglie – il 20 ottobre prossimo si terrà a Civitavecchia una conferenza sulla Teoria del Gender in risposta alla urgente necessità di conoscere approfonditamente questa ideologia orientata ad introdurre delle aberrazioni irreparabili nella nostra società».
 
Dai lavori è poi emerso, quale prospettiva pastorale, l’invito a incoraggiare l’aggregazione familiare, dall’ambito parrocchiale a quello delle grandi associazioni, promuovendo reti di famiglie e favorendo la creazione di legami e di relazioni che alimentino la solidarietà e contribuiscano ad instaurare il cosiddetto welfare sussidiario.
Sarà questo il programma della Pastorale familiare per il prossimo anno, spiegano i coniugi Mancuso: «cercheremo di incoraggiare nella nostra diocesi, la formazione di gruppi soprattutto la dove ancora non è stato possibile o non si ha avuto il coraggio di avviarli, convinti della ricchezza spirituale e che può nascere dal mettere in comune risorse, tempo e opportunità».
Un’animazione che si svilupperà in modo coordinato a quella proposta della Pastorale sociale e del lavoro, «nella consapevolezza – sottolinea Domenico Barbera – che la famiglia è vita, tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro».