Essere prete: come andare in bicicletta!

Giornata di formazione per giovani sacerdoti, nuovi parroci e viceparroci

«Lasciamoci coinvolgere, nello svolgimento del nostro ministero sacerdotale, dalla passione e dall’entusiasmo di papa Francesco». Così ha esordito monsignor Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma, nella meditazione proposta durante l’incontro di formazione dei sacerdoti giovani, nuovi parroci e viceparroci che si è svolto giovedì scorso, 30 ottobre, presso la casa “Regina Pacis” a Tarquinia Lido.
Prendendo come brano biblico di riferimento il racconto della moltiplicazione dei pani e attingendo in particolare alla Evangelii Gaudium, monsignor Zuppi ha cercato di rispondere alla domanda: «Che prete vuole papa Francesco?».
Il presbitero, secondo il cuore di Francesco, è un prete che sa stare con la folla, in una prossimità che non mette limiti o barriere; che sa condividere le ferite, in un dialogo aperto e sincero; con il desiderio di nutrire, spezzando e condividendo il Pane buono del Vangelo. A fronte della tentazione del moralismo, dell’intellettualismo, del protagonismo e dell’accidia, il prete sognato dal Papa ha uno sguardo contemplativo sulle persone, confida speranzoso nell’aiuto del Signore, è umilmente accogliente e santamente gioioso.
L’incontro, iniziato con la preghiera dell’Ora Media e l’introduzione del vescovo Luigi Marrucci, è proseguito, dopo la meditazione di monsignor Zuppi, con gli interventi dei vicari diocesani.
Monsignor Rinaldo Copponi, vicario generale, si è soffermato su questioni burocratiche quali le pratiche matrimoniali, i transunti e le collette.
L’economo diocesano, don Diego Pierucci, ha ribadito le norme per una corretta amministrazione parrocchiale, dalla onesta gestione alla trasparenza dei bilanci e alla cura degli ambienti pastorali. Infine il vicario episcopale per la Pastorale, don Federico Boccacci, ha parlato della pastorale della Chiesa diocesana, “soggetto dell’evangelizzazione”, che si esprime nell’azione dei diversi Uffici e con la quale sono chiamate a integrarsi le azioni pastorali delle Parrocchie e dei movimenti, perché tendendo ad un’opera sempre più concorde sia resa ancor più manifesta l’unità della diocesi.
«Occorre un ripensamento delle risorse personali e strutturali della pastorale diocesana – ha spiegato don Boccacci – motivato da una spiritualità di comunione e di valorizzazione delle particolari risorse e capacità». Il vicario ha invitato a «camminare in una pastorale diocesana intessuta di relazioni, condivisione, confronto, ascolto e programmazione, secondo il metodo della sinodalità».
Un’occasione, quella che ci è stata regalata dal nostro vescovo Luigi Marrucci con questa giornata, terminata con il canto del Vespro, per riflettere ancora sulla bellezza di un ministero sacerdotale acceso da vero entusiasmo missionario che brucia ma non consuma, proteso in un generoso servizio che stanca ma non esaurisce, convinti che Gesù «…ci hai scelto per essere in un equilibrio strano. Un equilibrio che non può stabilirsi né tenersi se non in movimento, se non in uno slancio. Un po’ come in bicicletta che non sta su senza girare» (Madeleine Delbrêl).