«Attratti dalla luce della fede di papa Francesco»

Il 15 gennaio oltre settemila pellegrini della diocesi all'udienza generale in Vaticano

 «Un pellegrinaggio sulla tomba dell’apostolo Pietro per professare la fede nel Signore crocifisso e risorto». Questo ha rappresentato, secondo il vescovo Luigi Marrucci, la partecipazione della Chiesa di Civitavecchia’Tarquinia all’udienza generale di papa Francesco lo scorso 15 gennaio in Vaticano. 
Il presule ha chiuso il pellegrinaggio con un messaggio pronunciato nel corso della celebrazione eucaristica pomeridiana nella basilica vaticana, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Santo Padre per la Città del Vaticano. «L’incontro con papa Francesco, – ha dichiarato monsignor Marrucci – è stato un momento bello ed entusiasmante per gli oltre settemila pellegrini. Tutti attratti dalla luce della fede del successore di Pietro, il quale ci ha ricaricati di forza interiore per una testimonianza di vita sempre più evangelica».
Un pellegrinaggio senza precedenti per numero di fedeli e per l’intensità spirituale. Fin dalle prime ore del mattino oltre settemila persone della Diocesi hanno raggiunto Piazza San Pietro per occupare le prime file di posti. Decine di pullman, treni affollatissimi, per un vero e proprio esodo che, durante tutta la giornata, ha visto gruppi di pellegrini di tutte le età promuovere momenti di preghiera alternati a incontri conviviali. A spiccare erano le presenze delle scuole, con quasi duemila studenti, e dei militari. Le parrocchie, con oltre 4 mila persone, erano tutte rappresentate, così come i movimenti ecclesiali e le associazioni.
Alle 10 in punto l’inizio dell’udienza con papa Francesco, arrivato in piazza sulla tradizionale ‘papamobile’, per salutare e stringere le mani dei tanti fedeli della nostra Diocesi che si distinguevano per il un cappellino arancione. Nel suo discorso, il Papa, continuando il ciclo di catechesi dedicato ai Sacramenti che propone il mercoledì, si è soffermato sul Battesimo.
«Alla scuola del Concilio Vaticano II,’ ha detto il Pontefice – noi diciamo oggi che il Battesimo ci fa entrare nel Popolo di Dio, ci fa diventare membri di un Popolo in cammino, un Popolo peregrinante nella storia». Per il Santo Padre «come di generazione in generazione si trasmette la vita, così anche di generazione in generazione, attraverso la rinascita dal fonte battesimale, si trasmette la grazia, e con questa grazia il Popolo cristiano cammina nel tempo, come un fiume che irriga la terra e diffonde nel mondo la benedizione di Dio». Il Papa ha ricordato i discepoli di Gesù «andati a battezzare», perché da loro è nata «una catena nella trasmissione della fede mediante il Battesimo». «Ognuno di noi – ha detto il Santo Padre – è un anello di quella catena: un passo avanti, sempre; come un fiume che irriga. Così è la grazia di Dio e così è la nostra fede, che dobbiamo trasmettere ai nostri figli, trasmettere ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli». Al termine dell’udienza, papa Francesco ha voluto salutare «in particolare, i fedeli della Diocesi di Civitavecchia’Tarquinia accompagnati dal Vescovo, monsignor Luigi Marrucci».
Il secondo momento della giornata, nel pomeriggio, è stata la celebrazione eucaristica presso l’altare della cattedra di San Pietro, presieduta dal cardinale Comastri e a cui hanno preso parte oltre duemila persone. «Celebriamo l’eucaristia – ha ricordato monsignor Marrucci – per nutrirci del corpo e del sangue del Signore: è il cibo e la bevanda per il pellegrinaggio della fede che ogni cristiano è chiamato a compiere per rendere efficace il dono delle fede e della vita nuova ricevuti nel Battesimo».
Il cardinale Comastri, commentando nell’omelia il vangelo dell’Annunciazione a Maria, si è soffermato su due aspetti. Ha voluto ricordare il ‘sì’ di Maria «come il principio della nostra storia, da lei è partita la grande luce del cristianesimo arrivata fino a noi». Altro aspetto su cui riflettere, secondo il porporato, è la scelta di Dio di manifestarsi in un piccolo centro, Nazareth, e in una casa anziché in un tempio. «Questo – ha detto il cardinale Comastri – perché la famiglia è il luogo delle prime esperienze della vita e dove si impara la fede».