Domenica 26 gennaio a Civitavecchia la MARCIA DELLA PACE

Iniziativa dell'Azione Cattolica diocesana e dell'Ufficio di pastorale Sociale e del Lavoro

“La Pace soffia forte’, con questo slogan domani, domenica 26 gennaio, si svolgerà a Civitavecchia la terza edizione della Marcia della Pace promossa dall’Azione Cattolica Diocesana e dall’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Curia.
 
L’appuntamento è alle ore 14.30 nel piazzale antistante la Parrocchia di San Francesco di Paola; da qui la Marcia si muoverà con in testa i bambini dell’Azione Cattolica fino a raggiungere la Cattedrale. Alle ore 16, il vescovo Luigi Marrucci presiederà la celebrazione eucaristica nel corso della quale consegnerà ai sindaci dei comuni del territorio su cui si estende la Diocesi il Messaggio di papa Francesco per la Giornata della Pace dal titolo ‘Fraternità, fondamento e via per la pace’.
 
«In un anno caratterizzato da numerose tensioni in molti angoli più o meno noti del nostro pianeta, c’è bisogno di fermarsi per gridare a tutti che la pace è possibile. Soprattutto in questi giorni , mentre è in corso un nuovo vertice internazionale per la Siria, occorre la preghiera di tutti». Così Massimiliano Solinas, presidente diocesano dell’Azione Cattolica, spiega il significato della manifestazione.
«’La pace soffia forte’ – sottolinea Solinas – è lo slogan che abbiamo scelto per la nostra giornata. La pace ha le caratteristiche del vento, invisibile, in costante movimento, impetuosa o silenziosa, capace di arrivare dovunque e di stravolgere le carte in tavola. A questo proposito abbiamo pensato di abbinare la pace al vento, per proporre a tutti quel desiderio di pace che caratterizza il cuore dell’uomo. L’obiettivo è di credere, fino in fondo, che il soffio di pace che viene da Dio, sia capace di raggiungere ogni angolo della terra per diventare ognuno ambasciatore e sentinella di questo vento di pace».
 
Il presidente dell’Azione Cattolica invita tutti «a camminare insieme con noi perché libertà vuol dire più responsabilità e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d’indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione».