«Un nuovo inizio per la nostra parrocchia, abbiamo riscoperto la gioia»

Dal 9 al 13 gennaio il vescovo Marrucci ha visitato la comunità di San Pio X a Civitavecchia

«Un nuovo inizio per la nostra parrocchia», così don Robert Muteba Katemba, parroco, descrive la visita pastorale del vescovo Luigi Marrucci alla comunità di San Pio X di Civitavecchia. L’incontro, che si è svolto dal 9 al 13 gennaio scorso, è stata la quattordicesima visita di monsignor Marrucci nella diocesi, la prima di questo anno pastorale. «Grazie alle parole del vescovo – spiega don Robert – abbiamo riscoperto la gioia e la serenità di essere una comunità». Situata alla zona nord di Civitavecchia, San Pio X è «una parrocchia di periferia», nata dal 1962, composta da 5mila persone in un territorio che comprende sia una zona di edilizia popolare legata alla ex Italcementi, sia una parte nuova e in espansione dove abitano giovani famiglie nella zona “padri Domenicani”, a cui si aggiunge  una vasta area a vocazione commerciale con insediamenti industriali e artigianali. «Sono molte le famiglie disagiate al limite della povertà» racconta il sacerdote. «Con il vescovo abbiamo incontrato alcuni nuclei, molti composti da anziani, altri con malati gravi. Siamo stati nelle loro case ed è stato bello per loro sentire parole sincere di vicinanza dal nostro Pastore». L’incontro è iniziato nella messa vespertina del sabato con l’intronizzazione dell’evangeliario che il vescovo ha portato in dono alla parrocchia. «La visita pastorale – ha spiegato nell’omelia monsignor Marrucci – è l’incontro che la comunità parrocchiale, insieme al suo parroco e al vescovo, realizza con il Signore Gesù, il Maestro, alla cui scuola sempre, come discepoli, noi siamo chiamati ad imparare e al Signore si deve dare il primato dell’incontro. È un tempo speciale per condividere in modo pacato, programmato, sistematico e capillare l’esperienza della comunità cristiana nella sua vita ordinaria; la comunità si interroga sul proprio cammino di fede che deve rendere operoso e visibile nella carità. È infine l’occasione per documentare la situazione reale della parrocchia al momento presente e la prospettiva di orientamento per una rinnovata opera di evangelizzazione». La domenica, giorno in cui la liturgia ricordava il Battesimo del Signore, il vescovo celebrato la Messa solenne alla quale hanno partecipato i 45 bambini delle classi di catechismo con le famiglie. Rivolgendo a loro l’augurio di «vivere il Battesimo», il presule ha ringraziato la comunità «per l’impegno profuso a far nascere la chiesa di San Pio X come struttura bella, moderna e accogliente». Successivamente ha rivolto l’invito a impegnarsi per «far crescere la Chiesa come comunità». I giorni seguenti la permanenza del Vescovo è continuata con le visite ai malati e agli anziani durante le mattinate e con incontri con i gruppi parrocchiali nel pomeriggio. «Con i genitori – racconta don Robert – si è soffermato sul ruolo fondamentale della famiglia per l’educazione dei figli, ricordando che cristiani si diventa e non si nasce». Leggendo insieme alle giovani coppie alcuni passi delle indicazioni Cei “Educare alla vita buona del Vangelo”, monsignor Marrucci ha sollecitato «a coltivare la fede, perché un genitore è per il bambino il primo maestro, sacerdote, medico e psicologo». Anche ai catechisti ha rivolto parole si ringraziamento, invitandoli coltivare il rapporto personale con Gesù nella preghiera e ad approfondire la loro formazione. Al nuovo consiglio pastorale, costituito proprio per preparare la visita, il vescovo ha augurato «di lavorare con serenità e supportare l’opera del parroco con la testimonianza». Grande soddisfazione per l’incontro è stata espressa da don Robert, parroco a San Pio X da poco più di un anno e chiamato a risollevare una comunità molto provata. «Il vescovo è stato come un padre, la sua presenza ha incoraggiato tutti noi» ha detto il sacerdote. «La visita pastorale – ha poi ricordato – è un’esperienza importante per noi parroci, perché il vescovo riesce a dire quelle parole che spesso noi tralasciamo. Lo ringrazio ancora una volta per aver condiviso i problemi della comunità».