Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

«Accoglietevi gli uni gli altri, come Cristo ha accolto voi per la gloria di Dio» (Rm. 15, 7). Un canto, ormai diventato noto nell’Ecumene di Civitavecchia, cita nel ritornello queste parole di Paolo ai Romani per ricordare ai cristiani, di qualsiasi appartenenza, qual è la Volontà di Dio.
Non è così scontato come sembra perché sopravvivono ancora tanti retaggi culturali, tanti timori, tante convinzioni più o meno fondate che impediscono una corretta interpretazione dell’Ecumenismo.
Alcuni temono l’inglobamento o il sincretismo religioso, oppure temono di dover “rinunciare” alla propria fede o ad alcuni principi ritenuti “capisaldi”, oppure semplicemente perché si vuole evitare una specie di “disputa teologica” per la quale non ci sente adeguatamente preparati.
Ebbene, dopo quasi venti anni di cammino, in tanti – e non solo cattolici – abbiamo capito quale sia il significato più vero del dialogo ecumenico: come dice papa Francesco, l’ecumenismo non è un campo di conquista, ma si fa «camminando insieme l’uno accanto all’altro, nel reciproco rispetto e nella parresia». Chiara Lubich una volta usò l’espressione «dire la verità affogata nella carità».
Ad un fratello di un’altra Chiesa che mi esponeva queste sue difficoltà ho risposto che «nessuno pensa di dover convincere nessuno. So bene che non la pensiamo allo stesso modo su tante cose, ma non su tutto. Ad esempio, abbiamo in comune: la fede trinitaria nella quale siamo stati tutti battezzati; la fede in Gesù Cristo; la fede nella Parola di Dio; i primi Concili della Chiesa; il Credo e il Padre Nostro».
Mi sembra di aver capito che il dialogo ecumenico si basa su questi pochi principi, semplici e condivisi, che ci qualificano tutti come “cristiani” cioè “seguaci di Cristo”.
Quello che facciamo con le altre Chiese non è cercare una omologazione per dire che siamo uguali, ma riconoscere insieme che Gesù è il Signore e che lo Spirito Santo soffia dove vuole.
Preghiamo insieme chiedendo al Padre di darci la luce per illuminare il cammino di ciascuno per la costruzione dell’unica Chiesa che lo Spirito Santo ha in mente.
Tra qualche giorno abbiamo una nuova occasione per stare insieme e sentirci ancor più fratelli perché il 18 gennaio inizia la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani – che si celebra dal 1907 – e che terminerà venerdì 25. L’Ottavario Ecumenico sarà preceduto da un incontro presso la Cittadella “Semi di Pace” a Tarquinia, per celebrare la “Giornata di dialogo Ebraico-Cristiano” alle ore 16.30 di giovedì 17 gennaio.
Il testo di riferimento di quest’anno è stato individuato dalle Chiese dell’Indonesia ed è “Cercate di essere veramente giusti” (Deuteronomio 16, 18-20). Per le celebrazioni non sono stati scelti simboli, ma tutti sono invitati a scrivere su un biglietto una intenzione di preghiera da depositare ai piedi dell’altare. Alla fine ciascuno va a prendere un biglietto e s’impegna a pregare per quella intenzione deposta da un fratello o una sorella sconosciuta, forse anche di un’altra Chiesa, rivolgendoci tutti all’unico Padre.
 
Felice Mari
Direttore Ufficio per l’ecumenismo