Processione del Venerdì Santo


Un’edizione impeccabile quella di quest’anno con circa 210 penitenti che catene ai piedi hanno pregato e meditato i misteri della Passione. La città ha sentito la mancanza del vescovo Chenis. L’Amministratore Apostolico Gino Reali: ‘Era con noi e le tante persone in strada lo hanno confermato’.
 
di MATTEO MARINARO
 
Una edizione emozionante ricca di preghiera e commozione. Così i civitavecchiesi hanno salutato la tradizionale Processione del Cristo Morto. Un evento irrinunciabile per tutta la città che da millenni si svolge ogni anno la sera del venerdì santo. Quest’anno però la commozione è stata doppia, la diocesi ha sentito tanto la mancanza del vescovo Carlo Chenis che con il suo sorriso riusciva ad ‘illuminare’ il cuore dei cittadini che in preghiera accompagnavano con lo sguardo il carro del Cristo morto. A coordinare la preghiera dei penitenti quest’anno l’Amministratore Apostolico monsignor Gino Reali che per la prima volta ha partecipato all’evento civitavecchiese. ‘Credo che la presenza di monsignor Chenis è stata così forte ed evidente in quella sera di venerdì ‘ ha commentato il presule dopo aver impartito la solenne benedizione al termine del corteo ‘ nel modo di sentire della gente, nel modo di pregare, e anche nell’intenzione dell’Arciconfraternita di fare questa processione proprio ricordando questo Pastore che è passato così velocemente ma ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei fedeli di questa diocesi. È la prima volta che partecipo a questa processione e mi è piaciuta molto. Credo che sia una manifestazione di fede per i credenti ma anche una proposta di riflessione per tutta la città, che è stata presente in maniera corale e attenta al messaggio di Cristo’.
Per il priore dell’Arciconfraternita del Gonfalone Giovanni De Paolis questa è stata un’edizione impeccabile: ‘Ben 210 penitenti ‘ ha raccontato – oltre 30 bambini che hanno portato i ”misteretti”, 80 figuranti, 50 Scout, tantissimi membri della confraternita dell’Orazione e Morte, i Cavalieri del Santo Sepolcro, il clero cittadino, le autorità civili e militari, 2 bande musicali, 11 statue, circa un’ottantina di portatori, molti volontari dell’Arciconfraternita del Gonfalone e per la prima volta ben 20 volontari della Croce Rossa Italiana”. La serata mite e con poco vento ha permesso a tanti cittadini di poter partecipare all’evento.
Il corteo religioso è partito puntuale alle 20.30 dalla chiesa della Stella e si è poi snodato lungo le vie principali della città quest’anno interessate dai lavori di riqualificazione e manutenzione stradale. In alcuni punti infatti l’asfalto ‘caldo’ steso la mattina stessa per rattoppare le buche ha creato qualche problema ai penitenti scalzi. I volontari dell’Arciconfraternita hanno quindi dovuto provvedere a segnalare e ‘spazzare’ per quanto possibile mozziconi di sigarette (anche accese) e quant’altro potesse arrecare ferite ai già provati penitenti.
‘Non sappiamo rinunciare a questo appuntamento di fede e tradizione ‘ ha commentato uno degli incappucciati ‘ e sono tanti i motivi che spingono persone di ogni età ed estrazione sociale a partecipare a questa forma di penitenza. C’è chi ringrazia il Signore per una grazia ricevuta, c’è chi ha fatto un voto, c’è chi senta la necessità di espiare gravi colpe e c’è anche chi lo fa per tradizione perché il nonno o il papà portavano croce e catene. È un momento in cui possiamo pregare di più per per noi, per i nostri cari e c’è anche chi offre questo sacrificio per la pace e per la conversione dei peccatori’.
Emozionante la tradizionale ”salita” di corsa del carro nella stretta via Piave che conduce a piazza Leandra. La pesante statua di Cristo morto è stata spinta con tutta la forza possibile dai 12 uomini che fanno questo servizio fin dal 1995. ‘Serve una grande capacità di forza e concentrazione ‘ hanno spiegato dall’Arciconfraternita ‘ perché seppur breve la salita è ricca di insidie. I sampietrini a terra, il vicolo stretto, la pendenza e la piccola curva finale devono essere calcolate in modo molto preciso’. Tra scroscianti applausi, occhi commossi e le note funebri delle bande cittadine il Cristo è tornato sul sagrato della Chiesa della Stella. ‘I portatori  – ha concluso Giovanni De Paolis – hanno vinto la pendenza della strada correndo e tirando il Carro fino alla Piazza ed hanno ricevuto l’applauso liberatorio ed annunciatore della Risurrezione di Gesù, che ha siglato e concluso le fatiche di tutti. I ringraziamenti sono doverosi a tutti coloro che con le offerte ci hanno consentito ancora di realizzare questa secolare tradizione, ai partecipanti, alle Forze dell’Ordine che con il loro solerte impegno assicurano il sereno svolgimento della Processione, alle due Bande musicali cittadine, la ‘Ponchielli’ e la ‘Puccini’, agli organi di stampa e d’informazione che puntualmente anche quest’anno hanno seguito fin dalla preparazione questo importante appuntamento cittadino. I Confratelli e le Consorelle dell’Arciconfraternita del Gonfalone aspettano sempre tutti i concittadini nella Chiesa della Stella di Piazza Leandra per rivolgere alla Madonna delle Grazie il ringraziamento per la sua intercessione e per l’aiuto che riserva a questa Città”.