Maltempo, la vicinanza e la preghiera della Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia

La benedizione del vescovo Marrucci perché 'la terra possa essere custodita'

 
Le violente piogge che si sono abbattute domenica 11 e lunedì 12 novembre hanno causato forti disagi e danni economici ai Comuni costieri della nostra Diocesi. Per molti nostri fratelli sono state fonte di gravi sofferenze, in particolare per coloro che vivono del lavoro dei campi e che hanno perduto parte dei raccolti.
A loro desidero esprimere vicinanza nella preghiera e solidarietà di tutta la Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia.
L’ondata eccezionale di maltempo ci ha investito proprio mentre celebravamo la Giornata del Ringraziamento, ricorrenza in cui la Chiesa italiana innalza la sua gratitudine a Dio per i frutti della terra e soprattutto affida al Signore coloro che la coltivano con tanti sacrifici.
Anch’io ho raggiunto, con qualche difficoltà, la Parrocchia di Monte Romano dove ho presieduto l’Eucaristia domenicale, vivendo insieme a quella popolazione, in rappresentanza di tutta la nostra Chiesa particolare, il senso di gratitudine e di benedizione al Signore per i doni che da lui provengono.
La terra, con quanto contiene, è opera di Dio Creatore; ancor più l’uomo, ‘sua immagine e somiglianza’, per il soffio vitale dello Spirito. All’azione e al vigore della creatura è stato affidato il  cosmo intero perché venga custodito e difeso, mentre spesso dobbiamo assistere ad ingordigie e prepotenze di chi dovrebbe essere il sorvegliante di turno. Cosicché, mentre riscontriamo una terra vulnerata, scopriamo anche un feritore malato nello spirito, incapace di offrire un valido aiuto alla difesa di un bene che è patrimonio di tutta l’umanità e di ogni generazione.
Avvenimenti come quelli che hanno sconvolto il nostro territorio sono allora anche un monito al nostro stile di vita e al rapporto con il creato. Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate ha sottolineato come tra ‘ecologia del cuore ed ecologia del creato vi è un nesso inscindibile visto che l’ambiente naturale non è una materia di cui disporre a piacimento’.
Per questo occorre una riconciliazione con sé stessi che si apra anche alla riappacificazione con il creato, perché il mondo in cui viviamo porta ‘segni strazianti di peccato e di male causati anche dalle nostre mani, chiamate ora a ricostituire, mediante gesti efficaci, un’alleanza troppe volte infranta’.
Invoco su ogni uomo di buona volontà la benedizione del Signore, perché la terra possa essere da tutti custodita e difesa. A quanti sono stati colpiti dalle recenti calamità auguro di riporre la propria fiducia nel Signore, confidando anche nell’intervento delle istituzioni pubbliche e nella solidarietà degli amici e tutti invito a benedire e ringraziare Colui che è la sorgente della vita e della carità.
 
                                                                                       + don Luigi, vescovo