Il ringraziamento della città ai ‘suoi’ frati cappuccini


Civitavecchia
 
il ringraziamento della città ai ‘suoi’ frati cappuccini
 
di Stefania Mangia
 
Una tre giorni memorabile quella che la chiesa settecentesca ‘San Felice da Cantalice’ dei Cappuccini ha recentemente vissuto, da venerdì 16 a domenica 18 aprile. Golosa l’occasione: l’entrata nel vivo dei festeggiamenti per il primo Giubileo della parrocchia nata nel 1960. E tutta la comunità guidata dall’attuale parroco, don Antonio Matalone, ha deciso di fare le cose in grande. Il lungo week-end è stato aperto il venerdì dall’interessante convegno su ‘Civitavecchia, i Cappuccini, il porto’ tenutosi in un affollato salone Santa Chiara, alle spalle della parrocchia. Organizzato da Enrico Ciancarini, presidente della Società storica civitavecchiese con il patrocinio del Pincio e della Fondazione Cariciv, è stato moderato da Mario Camilletti ed ha avuto come relatori il padre cappuccino Rinaldo Cordovani (archivista e storico della Provincia romana), don Augusto Baldini, Odoardo Toti, Carlo De Paolis e lo stesso Ciancarini. Tanti gli argomenti toccati: dall’intuizione di San Vincenzo Strambi nell’istituire la Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia passando per i vari aspetti della religiosità popolare fino ad arrivare al grande servizio reso silenziosamente alla comunità locale dai Cappuccini. Contestualmente veniva inaugurata una preziosa mostra di documenti inediti, cronologicamente inquadrati nell’arco di tempo compreso tra il 1600 e il 1900, provenienti dagli archivi dei Cappuccini di Roma e di Civitavecchia. Tra questi la cronaca dell’inaugurazione, nel 1974, della statua dedicata a padre Pio da Pietrelcina che campeggia all’esterno della chiesa, fino ai più pregiati reperti, gelosamente custoditi nell’archivio cappuccino di via Veneto, a Roma, che raccontano la presenza storica dei Frati nell’antica Darsena romana e in veste di cappellani a bordo delle galee cristiane che prendevano il largo verso il Peloponneso per lottare contro i musulmani. Uno di questi manoscritti è stato addirittura consultato da Padre Alberto Guglielmotti. Sabato pomeriggio c’è stata poi l’intitolazione del ‘Piazzale dei frati Cappuccini’ (lo spazio compreso tra la rotatoria di via Terme di Traiano, via Pecorelli e la strada Mediana): presenti il vicesindaco Gino Vinaccia, monsignor Gino Reali, amministratore apostolico della Diocesi, il padre provinciale dei frati minori Cappuccini, Carmine Antonio De Filippis, e il parroco, padre Antonio Matalone, che hanno ufficialmente scoperto la targa della nuova area adiacente al Tribunale. «La città è legata ai Cappuccini da un rapporto storico, nato nel lontano 1600, ma soprattutto affettuoso» ha detto il vicesindaco Vinaccia. «Sono sorpreso da questo grande piazzale che ci dedicate» ha ringraziato padre De Filippis. «E’ un gesto di riconoscenza per la presenza discreta, silenziosa e forte dei Cappuccini che tanto hanno lavorato in città con i valori del francescanesimo» ha concluso monsignor Reali, portando ai presenti la benedizione del Papa. Numerose le autorità militari, religiose e civili, tra cui il consigliere Claudio La Camera (sua l’idea, subito presentata ed accettata dal sindaco Gianni Moscherini, di intitolare un intero piazzale a Frati) e la delegata alla cultura, Annita Cecchi. Ma non era ancora tutto. Sempre sabato, dopo l’intitolazione, nella stessa chiesa la Società storica in collaborazione con Fondazione Cariciv e Nuova Petram di Maurizio Filippini Lera, ha riposizionato la lapide che nel 1839 il Comune di Civitavecchia dedicò al grande storico e giureconsulto Pietro Manzi, nostro concittadino. Ultima sorpresa cronologicamente parlando, ma la più ricca di significato, è stata invece la statua nuova di zecca del patrono, San Felice da Cantalice, inaugurata per l’occasione. Accanto a quella della martire Santa Costanza, già venerata dai fedeli frequentatori della chiesa, adesso c’è anche quella di San Felice la cui festa sarà solennemente celebrata con tanto di processione il 18 maggio prossimo. Particolarmente tenera nel raffigurare Gesù bambino che gioca con la barba del frate, la scultura è stata appositamente commissionata e realizzata da famosi artigiani di Ortisei. Praticamente la stessa famiglia che realizzò la statua della patrona di Civitavecchia, Santa Fermina.