Giubileo, decreto per il sacramento della penitenza

Un anno di grazia e rinnovamento spirituale. Questo è il Giubileo ordinario, iniziato il 24 dicembre scorso per volontà di Papa Francesco che ha per tema “La speranza non confonde”. Il vescovo Gianrico Ruzza, con un decreto dello scorso 16 dicembre, ha voluto sottolineare il significato profondo di questo cammino, ricordando che tra i frutti principali dell’esperienza giubilare ci sono la riconciliazione e la conversione personale. «L’esperienza giubilare è un cammino di incontro con la Misericordia divina, un’opportunità per rinnovare la nostra fede e vivere più intensamente l’amore di Cristo».

Uno degli aspetti centrali del Giubileo è il dono dell’indulgenza, che può essere ricevuta dai fedeli che, pentiti delle proprie colpe, si confessano, ricevono la Comunione e pregano secondo le intenzioni del Papa. Per questo motivo, il presule ha ribadito l’importanza di valorizzare il Sacramento della Penitenza come mezzo privilegiato per ottenere il perdono e sperimentare la pace interiore. «Invitiamo tutti i sacerdoti a dedicarsi con generosità a questo ministero, strumento fondamentale per sperimentare il perdono e la pace del cuore».

Per rispondere alle esigenze dei fedeli, il vescovo ha disposto, attraverso il decreto, l’estensione di particolari facoltà penitenziali, normalmente riservate al penitenziere don Vito Passantino, ad altri tre sacerdoti della diocesi. Si tratta di monsignor Rinaldo Copponi, vicario generale, padre Antonio Matalone, vicario episcopale per la Vita Consacrata dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, e padre Marcello Bianchini, dei Fratelli della Croce. Questi sacerdoti, insieme al penitenziere diocesano, saranno a disposizione dei fedeli durante l’anno giubilare, in luoghi e orari che verranno comunicati.

Nel documento, monsignor Ruzza ha affidato i fedeli alla protezione della Beata Vergine Maria, Madre delle Grazie, e all’intercessione dei Santi Patroni delle comunità della diocesi, augurando che «questo Giubileo sia un tempo di speranza autentica e un cammino di fede per ciascuno di noi, chiamati a vivere come testimoni credibili della misericordia di Dio».