Corpus Domini, l’invito del vescovo Marrucci: «ricordati e condividi, in umiltà e comunione»

Grande partecipazione alla celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Civitavecchia

«Ci accostiamo a colui che è rimasto presente nella nostra storia con l’Eucaristia, il Cristo, Signore della nostra speranza». Così il vescovo Luigi Marrucci ha introdotto la celebrazione eucaristica per il Corpus Domini che si è svolta giovedì scorso nella Cattedrale di Civitavecchia. Quella che si è riunita, ha spiegato il presule, è la Chiesa costituita intorno al suo vescovo per partecipare al mistero dell’Eucaristia, rendere grazie e testimoniare l’amore che Gesù ha insegnato.
La solennità del Corpo e del Sangue del Signore, viene celebrata dalla diocesi con due solenni liturgie, entrambe presiedute da monsignor Marrucci. La prima è quella che si è svolta giovedì 19 giugno, che ha visto una folta partecipazione di fedeli e che, per il maltempo, è stata seguita dall’adorazione anziché dalla processione eucaristica.
L’altra è quella in programma il 22 giugno a Tarquinia, alle 10.30 nella chiesa di San Francesco, alla quale seguirà la processione eucaristica per le vie della città abbellite con l’infiorata.
Un duplice appuntamento con cui si celebra la solennità rispettando sia il calendario tradizionale, che istituisce il Corpus Domini il giovedì della seconda settimana dopo la Pentecoste evidenziandone il legame con il giovedì santo, sia con il calendario della Chiesa italiana che lo ricorda la domenica successiva.
Una festa che quest’anno ricorda il giubileo del 750mo anno da quando, nel 1264, papa Urbano IV la istituì affinché il popolo cristiano potesse partecipare con “speciale devozione” alla messa.
Nel corso dell’omelia, il vescovo Marrucci ha commentato le letture della liturgiasoffermandosi in particolare sul brano del libro del Deuteronomio in cui Mosè ricorda al popolo di Dio il cammino percorso per quarant’anni nel deserto, periodo durante il quale lo ha umiliato, gli ha fatto provare la fame, per poi nutrirlo di manna. Come il popolo di Israele, ha detto il Vescovo, «siamo ora riuniti a fare memoriale, a rendere presente ciò che Dio ha fatto». Monsignor Marrucci ha voluto evidenziare te aspetti. Anzitutto l’umiltà, in quanto «Mosè, dopo l’idolatria, ha voluto richiamare il popolo di Dio alla “umiltà”, intendendo le sue origini: Dio infatti ha creato l’uomo dalla terra, dall’humus».
Anche il mistero dell’incarnazione, ha poi aggiunto, è un mistero di umiltà: «perché Cristo ha lasciato se stesso nel pane e nel vino». L’Eucaristia quindi «è un mistero di umiltà che ci porta a fare memoria delle nostre origini, di Dio».
Il secondo aspetto, messo in evidenza dalle letture, è che «Dio è comunione», lo è nella sua natura trinitaria, e lo è il Figlio, profondamente unito al Padre. Per il Pastore, «anche il popolo di Dio, che si ciba di lui, deve essere unito in comunione con lui e con il Padre».
«Ognuno di noi – ha poi spiegato – è unito a Gesù se è in comunione con gli altri e viceversa, perché il
pane spezzato fa di noi un unico corpo». L’ultimo aspetto riguarda «il ricordo e la condivisione» perché «il Signore ha fatto capire ciò che ha fatto per noi affinché anche noi potessimo condividerlo: i doni si accolgono e si mettono a servizio di tutti».
Nella Cattedrale piena, in cui erano rappresentate tutte le componenti della Chiesa locale – gruppi, associazioni, movimenti, confraternite – il vescovo ha quindi sollecitato ognuno: «ricordati e condividi, in umiltà e comunione».
 
La galleria fotografica di Antonio Dolgetta