Il messaggio: «Chiamati a rispecchiare l’amore di Dio»

Il video messaggio per Natale del vescovo Gianrico Ruzza

«Memoria dell’incarnazione del Signore»: è questo il significato più profondo del Natale secondo il vescovo Gianrico Ruzza nel videomessaggio di auguri che ha rivolto alle diocesi unite di Civitavecchia-Tarquinia e Porto-Santa Rufina. «Natale è diventata una festa legata a tradizioni e abitudini che non hanno molto a che vedere con il suo significato religioso» ha osservato il presule, invitando i fedeli a riscoprirne il valore spirituale. Il messaggio sottolinea l’importanza di considerare questo evento come quel momento nella storia in cui «Dio ha deciso di non lasciare l’uomo nella sua solitudine, nella sua distanza, nella sua violenza ed ha inviato suo Figlio per liberarlo». 

La nascita di Gesù a Betlemme, «in una stalla e in povertà estrema», rappresenta un messaggio di luce e speranza. Il vescovo ha legato l’umiltà del Natale al mistero pasquale: «La tradizione cristiana collega l’esperienza della nascita di Betlemme alla redenzione. L’Epifania è il momento culminante del Natale, quando la Chiesa proclama la gloria di Dio incarnato e annuncia il mistero pasquale».

Un passaggio particolarmente forte è stato quello in cui il presule ha contestualizzato il messaggio natalizio nelle realtà di sofferenza e ingiustizia del mondo contemporaneo: «Gesù ha scelto di stare in questa umanità, a Damasco, in Myanmar, a Gaza, a Kiev, nelle regioni colpite dalla violenza, dall’ingiustizia e dalla povertà estrema. Nonostante le guerre, le discriminazioni, le violenze sulle donne e sui bambini, Gesù abita questa umanità». Il suo pensiero è stato in modo particolare per i giovani, spesso vittime di dipendenze e solitudine: «Penso al gioco d’azzardo, all’alcol, alle sostanze. Gesù vuole entrare nella loro vita, vuole liberarli».

L’invito, per tutti, è quello di riprendere il dialogo con Dio: una relazione che vuol dire fraternità, accoglienza, apertura verso chi bussa alle nostre porte, anche quando li consideriamo scomodi». Esortazione che si allarga a una dimensione comunitaria, richiamando l’attenzione sulla necessità di essere testimoni di accoglienza e solidarietà, specialmente verso i più emarginati. «Natale è il momento per ricordarci che siamo parte di una comunità chiamata a rispecchiare l’amore di Dio», ricordando che «Gesù è con noi nelle sfide quotidiane, nella sofferenza e nella gioia, e ci invita a non chiudere gli occhi di fronte ai bisogni del prossimo».

L’ultimo pensiero del vescovo è per il Giubileo: «Natale vuol dire essere parte di un’umanità amata da Dio, trasformata dallo Spirito Santo e benedetta da Maria Santissima. Auguro a tutti di essere consapevoli, gioiosi e pieni di speranza alle soglie di questo Giubileo che ci vedrà pellegrini di speranza».