“Tempo di grazia, di penitenza e di misericordia” la lettera del vescovo Luigi Marrucci

Cari confratelli nel sacerdozio,
nel settimo anniversario della elezione a Vescovo di Roma di Papa Francesco, chiamato a presiedere nella carità tutte le Chiese particolari, anche la nostra di Civitavecchia-Tarquinia ringrazia il Signore per il dono di questo Pastore e l’accompagna con la preghiera, in una rinnovata promessa di obbedienza al suo Magistero.
Lo ringrazia per il suo instancabile lavoro pastorale e per il suo spendersi ogni giorno a servizio della Chiesa, del mondo, e di quanti, scartati dalla società e spesso dal cuore degli uomini, non hanno nessuno che li pensi, li ascolti, li ami ed offra loro un aiuto.
Questa occasione, mi consente di ricordare le disposizioni già date e a cui dobbiamo sentirci vincolati per evitare eventuali contagi che potrebbero aggravare ulteriormente la già pesante situazione sanitaria del Paese e ringrazio tutti, sacerdoti e fedeli laici, per lo spirito di fede con cui avete accolto queste ristrettezze, per vivere questo periodo come “tempo di grazia, di penitenza e di misericordia”.
Ricordo che TV2000 ogni giorno trasmette questi PROGRAMMI RELIGIOSI, che sarebbe opportuno affiggere alla porta di Chiesa o comunque rendere ben visibili:
  • ore 6,00 Professione di fede
  • ore 7,00 Celebrazione Eucaristia del Santo Padre Papa Francesco da casa S. Marta
  • ore 8,30 Celebrazione Eucaristica quotidiana dell’emittente
  • ore 12,00 Celebrazione dell’Angelus da Loreto; la domenica da Piazza S. Pietro
  • ore 15,00 Celebrazione della Coroncina alla Divina Misericordia
  • ore 18,00 Celebrazione del Santo Rosario dalla Grotta di Massabielle a Lourdes
  • ore 19,00 Celebrazione Eucaristia dal Santuario del Divino Amore in Roma
  • ore 20,00 Celebrazione del Santo Rosario a Maria che scioglie i nodi
  • Tutti i giorni: Celebrazione di Compieta, dopo il Rosario da Pompei
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana inoltre propone una iniziativa a cui è bene aderire per essere come comunità ecclesiale unita in preghiera. Riporto il comunicato CEI:
“In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa.TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta”.
Papa Francesco ha iniziato il suo Ministero Petrino il giorno di San Giuseppe, martedì 19 marzo 2013, affidando a lui l’intera Chiesa di Cristo e inserendo il 1 maggio successivo, nelle tre Preci Eucaristiche, dopo il nome della Vergine Madre di Dio, l’invocazione a “San Giuseppe suo sposo”.
Il Canone romano già possedeva l’invocazione, grazie a San Giovanni XXIII che, in occasione dell’apertura del Concilio Vaticano II, aveva voluto affidarlo all’intercessione dello Sposo di Maria e custode premuroso del Figlio di Dio.
Riporto volentieri la Preghiera che Papa Leone XIII aveva composto e che, da seminarista e oggi da prete, ogni mercoledì, giorno a lui dedicato, sono stato educato a recitare.
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo,
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima Sposa.
Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio
e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù,
guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno
la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo;
allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo;
assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre,
o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,
così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mercé il tuo soccorso,
possiamo virtuosamente vivere, piamente morire
e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Così sia.
Chiedo ai sacerdoti di rimanere accanto alla nostra gente, in particolare alle persone sole, ammalate, inferme: quando la vita si fa complicata, tutti abbiamo bisogno di tutto, anche di una parola buona che dia coraggio e speranza.
Non possiamo correre il rischio di dividerci ulteriormente come altri eventi, anche di casa nostra, hanno prodotto in tempi non lontani; ciò che accade non è “punizione di Dio” come taluni visionari diffondono sui mezzi della moderna comunicazione: questo è “tradire la verità su Dio” e ci fa “cadere nella superficialità e nella credulità” che non è fede, la quale invece è abbondano nelle mani amorose di un Dio che ama e vuole e dona la vita.
Così, mentre invochiamo il perdono di Dio, in questo “tempo quaresimale diverso” da sempre, domandiamo anche la “liberazione da questo flagello” ma ricordiamoci che Gesù, per salvarci, ha condiviso la nostra vulnerabilità.
Lui ci viene incontro e ci offre anche i mezzi per ottenere “riconciliazione e pace”: la preghiera, l’elemosina e il digiuno. E Lui che “vede nel segreto” saprà ricompensare.
Pertanto la preghiera personale è altrettanto potente quanto la preghiera liturgica, e insieme fanno della Chiesa il corpo di Cristo che non vive solo nell’aula della celebrazione, ma nelle case, e nei luoghi dove scorre la vita umana, aule della “santità della porta accanto” (GeE 7).
Con la benedizione del Signore,
                                                                               + don Luigi, vescovo