Oggi la ‘Domenica del Mare 2010’


Civitavecchia
 
Oggi la ‘Domenica del Mare 2010’
 
 
L’odierna giornata di festa è un appuntamento annuale di preghiera e celebrazione per i marittimi, i pescatori, coloro che lavorano nei porti e le loro famiglie. Per ognuno di noi, e in particolare per i volontari dell’Apostolato del Mare è, quindi, un’opportunità importante per  rilevare le questioni che questi lavoratori devono quotidianamente affrontare nell’esercizio delle loro funzioni professionali e marittime, con impegno a sostenere i diritti umani, il commercio equo e la difesa dell’ambiente.
L’auspicio è che questa giornata di festa imprima nuovo slancio ‘al nostro impegno a restare ‘ come indicava il tema del Congresso dell’Apostolato del Mare nel 2007 in Polonia ‘ solidali con la gente di mare come testimoni di Speranza, attraverso la Parola di Dio, la Liturgia e la Diaconia, e a promuovere nel mondo marittimo un umanesimo ispirato dalla speranza cristiana. L’introduzione di tale umanesimo si traduce, anzitutto, con la creazione di un clima di rispetto e giustizia verso tutti i lavoratori marittimi’.
In particolare quest’anno, in cui l’Organizzazione Internazionale Marittima (OMI) nel dichiarare il 2010 “Anno del Marittimo”, ha inteso rendere omaggio al milione e mezzo di marittimi per il grande contributo apportato al benessere della società, e far prendere maggiormente coscienza delle difficili situazioni create dalla natura, ma spesso anche dall’uomo, in cui molti di loro si vengono a trovare navigando per i mari ‘ come afferma il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti nel suo Messaggio per la Domenica del Mare 2010. 
Poiché i marittimi sono di solito qualificati come “invisibili” ‘ si legge nel documento – poiché transitano rapidamente nei porti, la celebrazione annuale della Domenica del Mare invita le comunità cristiane a vederli e a riconoscerli come “persone reali” che, con un duro lavoro e numerosi sacrifici, contribuiscono a rendere più facile la nostra vita.
I marittimi sono lavoratori diversi da quelli che operano a terra, anche perché non li vediamo recarsi al lavoro ogni giorno. Il loro contratto richiede infatti che, per un lungo periodo di tempo, essi lascino moglie, figli, famiglia e amici. Navigano da un porto all’altro, in luoghi spesso isolati, con pochissimo tempo per scendere a terra prima di riprendere il mare. Il perimetro della nave rappresenta il limite del loro mondo, lo spazio confinato della cabina è la loro casa ed essi lavorano
con persone di nazionalità e religioni differenti, usando spesso una “Babele di lingue” per
comunicare. Per i marittimi la solitudine è compagna costante e le ingiustizie sono frequenti.
Inoltre, in questi tempi di crisi economica, gli equipaggi sono spesso abbandonati in porti stranieri (come non ricordare gli equipaggi delle due navi straniere ‘abbandonate’ per diversi mesi nel nostro porto e amorevolmente assistiti dai volontari della Stella Maris di Civitavecchia).
L’Apostolato del Mare, con il suo network di “Stella Maris” e Centri in tutto il mondo, è sempre disponibile a rispondere alle richieste dei marittimi, accogliendoli in una “casa lontano da casa” e rendendo la loro vita un po’ più facile.
Infine, per questa occasione (a lato il programma delle celebrazioni a Civitavecchia) ‘ si legge al termine del documento -, invitiamo ciascuno a fermarsi un momento a pregare per loro e per le loro famiglie, e ad affidare a Maria, Stella del Mare, i cappellani e i volontari che, ogni giorno, camminano generosamente lungo i moli, salgono le scalette delle navi mostrando amore e preoccupazione per “coloro che, per motivi di vario genere, vivono ed operano nell’ambiente marittimo” (Motu Proprio Stella Maris, Introduzione).