Nulla di meno che la santità


Meditazioni spirituali di testimoni luminosi
Nulla di meno che la santità
 
di Tiziano Torresi
 
«Dove andremo a finire?». Probabilmente non passa giorno che non ci poniamo una domanda simile. La liturgia si impegna a risponderci in maniera molto chiara nella Solennità di Tutti i Santi che celebreremo domani, si impegna a dirci con certezza che il nostro destino non si chiama morte ma vita eterna, quella in cui professiamo di riporre la nostra fede. Il destino di una vita con Dio risplende nei meriti e nella gloria dei Santi. Affermava San Cipriano: «Questa sarà la tua gloria e la tua felicità: essere ammesso a vedere Dio, avere l’onore di partecipare alle gioie della salvezza e della luce eterna insieme con Cristo». Ma, per quanto il nostro sguardo posso esser rapito dalla bellezza della Gerusalemme celeste, la contemplazione non ci fa evadere dalla nostra quotidiana esistenza di credenti. Anzi. Ce lo ricorda proprio San Paolo: «Noi fin d’ora siamo figli di Dio», partecipi della stessa vita divina condivisa dai santi nell’eternità. Ci occorre riscoprire la nostra dignità di figli per prendere parte alla loro gloria, ci occorre la radicalità delle scelte che Gesù propose al giovane ricco che gli domandava la vita eterna: la buona novella è sempre una proposta di vita da salvati, qui, su questa terra! E le beatitudini evangeliche sono non già un’agenda di perfezione morale ma la via indicata per raggiungere il paradiso. Oggi pertanto sono alcuni Santi, quelli che già godono della gloria degli altari come pure i testimoni luminosi che Dio ha posto lungo il travagliato, oscuro incedere della storia, a parlarci, a raccontarci con le loro parole la bellezza della vocazione alla santità che tutti ci impegna e coinvolge, a ricordarci che non sono speciali, eroiche virtù a renderci santi ma l’amorosa custodia della nostra figliolanza divina. Una santità non certo privilegio di una ristretta aristocrazia, per dirla con Paolo VI, ma democratica. Un martirio che è sinonimo di vita piena, autentica, realizzata perché abbandonata alla volontà del Signore.