Nella beatitudine d’una Luce gentile

(prima parte)


Domenica prossima, a conclusione dell’atteso, imminente viaggio pastorale nel Regno Unito, Benedetto XVI beatificherà John Henry Newman, una figura imponente del pensiero e della spiritualità cristiana dell’Ottocento, alla quale ci sembra davvero opportuno destinare alcune righe, sebbene le vicende biografiche siano così avvincenti e l’eredità di scritti e pensieri così vasta da farci riconoscere come impossibile la compilazione di un esauriente riassunto.  Nato a Londra nel 1801, Newman dimostrò sin da giovane una intelligenza straordinaria. Educato dapprima a Ealing e poi al Trinity college di Oxford venne ordinato sacerdote anglicano nel 1825. Tutore dell’Oriel college, tre anni dopo divenne parroco della Chiesa universitaria di St. Mary, esperienza che lo segnò profondamente. Altrettanto importante fu il viaggio compiuto nel 1832 in Italia dove incontrò per la prima volta Nicolas Wiseman, futuro arcivescovo cattolico di Westminster. Dopo anni di dubbi e di documentate riflessioni egli giunse lentamente a ritenere la Chiesa d’Inghilterra non conforme alla tradizione delle Chiese del primo millennio.