La casa di Dio è la casa dei poveri

Il pranzo con i poveri della Comunità di Sant'Egidio

 
Oltre 200 ospiti e 100 volontari nel pranzo organizzato presso la Chiesa San Francesco di Paola a Civitavecchia
 
Il Pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio ha riunito tante persone povere  provenienti da culture e tradizioni diverse, tutti cittadini di Civitavecchia e Santa Marinella. Tanti senza tetto italiani, romeni, polacchi e nigeriani di religione cristiana hanno mangiato insieme a immigrati musulmani del Bangladesh, del Senegal e del Marocco. Una folta rappresentanza di  Rom con le donne in abito tradizionale e tanti bambini hanno dato allegria ad una mensa davvero multietnica. Erano anche presenti alcuni anziani che vivono a casa da soli o in Istituto e che non avevano nessuno con cui passare il Natale.  Per tutti il pranzo è stata l’occasione per uscire dalla solitudine e per vivere un giorno di serenità ed amicizia. Tanti hanno potuto raccontare le loro storie fatte di stenti e difficoltà, ma tutti hanno  vissuto una grande gioia per aver trovato chi li chiamava per nome e che li ascoltava con interesse. 
Si è trattato del terzo Pranzo di Natale con i poveri organizzato da Sant’Egidio a Civitavecchia che è coinciso con il 30° anniversario del primo e storico pranzo che la Comunità organizzò nel 1982 presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.
Dentro la Chiesa di San Francesco di Paola 220 erano gli ospiti seduti in 22 tavoli serviti da più di 100 volontari. Il tavolo  sotto l’altare ha ospitato il vescovo, monsignor Luigi Marrucci, che ha mangiato insieme al parroco Padre Cataldo Di Maio, due senza tetto, due anziani e una donna immigrata proveniente dal Benin. Il menù era quello tradizionale: lasagne, polpettone, purè, funghi e dolci natalizi. Le pietanze sono state preparate da otto rinomati  ristoranti cittadini che hanno fatto una gara di solidarietà per offrire agli ospiti un pranzo di alta qualità. Alla fine del pranzo Babbo Natale ha portato a piccoli e grandi dei bei regali sostanziosi: giocattoli, felpe, pigiami, radioline, sciarpe, giacconi e guanti per affrontare il freddo dell’inverno.  All’inizio del pranzo, il sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei. ha rivolto un caloroso saluto agli ospiti dicendo, tra le altre cose, che l’amministrazione cittadina vuole impegnarsi per affrontare in modo concreto i problemi  e le emergenze dei cittadini più poveri che vivono in condizione di marginalità.
Dietro a questo pranzo c’è un mese di lavoro di tanti volontari di Sant’Egidio che hanno curato molti aspetti: gli inviti personali, il reperimento di risorse e regali, la cura degli aspetti logistici, e poi la cura dei dettagli per dare a tutti un posto a tavola ed un regalo personalizzato. La Comunità di Sant’Egidio ha collaborato per l’organizzazione di questo evento con il Vescovo e con tante Parrocchie della Diocesi.
Monsignor Luigi Marrucci, che già lo scorso anno aveva partecipato, ha sostenuto concretamente gli sforzi organizzativi e sollecitato le Parrocchie affinché il Pranzo di Natale diventi sempre più una tradizione diocesana. Infatti  organizzare il Pranzo nel giorno di Natale dentro una Chiesa ha un profondo significato ed una radice evangelica: i poveri ed i loro amici insieme, nella casa di Dio, nel giorno della sua nascita. I poveri a casa loro, anche se non hanno una casa.
Monsignor Luigi Marrucci, nel suo saluto a tutti i partecipanti al momento del brindisi, ha ben sintetizzato lo spirito del Pranzo richiamano le parole della Lettera agli Ebrei: la necessità di vivere ogni giorno non nella dispersione ma in una unione profonda e mistica dei corpi come in una vera famiglia, vero sostegno e fonte di speranza.
 
Massimo Magnano