La ‘Candelora’ festa di luce, festa di vita donata

Giornata per la vita consacrata: commento di Fr. Antonio Matalone, Vicario episcopale per i consacrati

Il messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata Mondiale della Vita Consacrata, espressione di vicinanza e apprezzamento, si rivolge ai consacrati quali testimoni e annunciatori della fede da vivere ‘con coraggio, serenità e fiducia’. Da testimoni e ricchi dell’esperienza dell’annuncio, sabato 2 febbraio a Tarquinia, nella chiesa del Monastero di Santa Lucia, con il nostro caro vescovo monsignor Luigi Marrucci abbiamo celebrato, in semplicità e letizia, la festa della Presentazione del Signore, che ormai da 17 anni è per la Chiesa occasione di ringraziamento per il dono della Vita Consacrata.
Nota al popolo come ‘Messa della Candelora’ per le tipiche candele accese nel rito iniziale e poi conservate con devozione tra le mura domestiche, la festa pur parlando a tutti i cristiani parla in modo particolare a noi consacrati (Cfr. Mess. dei Vescovi). Parla al nostro cuore e afferra il nostro spirito ponendolo nella luce del divino Bambino, ‘sacro al Signore’ (Lc 2,23) come sacri al Signore sono tutti coloro che, a nuovo titolo consacrati, seguono Cristo casto, obbediente e povero.
Il rito iniziale, che ricorda l’offerta a Dio del figlio primogenito da parte di Maria e Giuseppe e l’incontro con il vecchio Simeone, che elevando il suo inno riconosce il bambino Gesù quale ‘luce che illumina le genti'(Lc 2,32), consente ai fedeli di rivivere quell’esperienza di offerta e di luce ponendosi tra le mani offerenti e oranti di colei che è per tutti Madre di grazia e di misericordia.
Presentandoci nella casa di Dio per rinnovare l’offerta è data a noi consacrarti l’opportunità di testimoniare con voce unanime, mossi dallo Spirito, che Cristo è in noi il volto radioso di una fede bella, resa ricca del dono d’amore vissuto seguendo ‘l’Agnello dovunque vada’(Ap 14,4). Egli è il ‘Cristo in noi speranza della gloria’ (Col 1,27) e noi in lui memoria vivente della sua luce gioiosa, invincibile, vittoriosa, pasquale! Lui, nostra vita, è in noi per fare di noi un segno di lui, un segno del regno dei cieli e rivelare la nostra vita quale profetica fioritura di seme divino e vita di gloria in veste umile, donata a chi il tutto sostiene. Vita di un cuore che ‘sa a chi ha creduto’ (2Tm 1,12) nel giorno in cui si è consegnato ai divini disegni con personale adesione, segreta esultanza dello spirito e con la voce di chi sente in sé un insopprimibile bisogno di essere. Egli è il Solo e l’Unico per ogni cuore, potente luce di corpo sponsale, presenza gloriosa del dito di Dio, dire nuziale per cuori indivisi, in tutto piacenti (Cfr. 1Cor 7,32) a chi fin dal seno materno(Cfr. Gal 1,15) bussa alla porta offrendo la mensa (Cfr . Ap 3,20).
Silenzio adorante è l’abbandonarsi fedele a chi chiede sequela, sempre e nonostante tutto. Non conosceva ancora la fede adorante quel mio confratello che, ribellandosi al Signore per la morte del fratello travolto da un treno in transito, ritornò a casa lasciando il convento. La madre gli venne incontro con la sua fede e, già povera di un figlio, con sapienza divina lo ricondusse al cuore dello Sposo dicendo, con ferma speranza e forte fede: ‘Ritorna in convento perché la volontà di Dio deve essere solo adorata’. Conversione sempre nuova e amore senza fine è la vita nel corpo vissuta ‘nella fede del figlio di Dio’ (Gal 2,20).
Incontro felice di un sacro inizio la ‘Candelora’, giorno atto a ravvivare la fede, che ai nostri giorni ‘rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale, la chiarezza dei contenuti e i frutti coerenti'(Mess. dei Vescovi). Da consacrati imitiamo la fede dei Testimoni e di quella ‘piccola’ madre che visse il suo abbandono filiale alla volontà di Dio, portando frutti autentici e contenuti veri non rinunciando ad essere presenza influente e donna di fede dal cuore ben saldo nella prova e vigile nella lotta. La grazia di questo giorno di luce ci renda persone di fede a Dio consegnati per il compiersi, nel divino silenzio, del disegno eterno di una sapienza nascosta: il volto di Cristo in chi ne imita la vita.
 
Fr. Antonio Matalone
Vicario episcopale per la vita consacrata