Intitolata ‘Via Filippo Palieri’, Commissario Medaglia d’oro al valor civile


‘Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, evidenziando eccezionale slancio altruistico e sprezzo del pericolo, riusciva a tenere nascosti agli occupanti tedeschi i nominativi degli artigiani reatini, evitando in tal modo la loro deportazione in campi di lavoro. Dopo aver informato personalmente i propri cittadini del pericolo, veniva scoperto dai nazisti e, arrestato, deportato nel lager di Wietzendorf dove periva a causa degli stenti e delle torture patite. Fulgido esempio di straordinarie virtù civiche e generoso altruismo spinte sino all’estremo sacrificio’.
13 aprile 1945 ‘ Witzendorf (Germania)
E’ con questa motivazione che il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Ministero dell’Interno, nel maggio del 2004 conferì la medaglia d’oro al valor civile al Commissario di P.S. Filippo Palieri che nel ’43, appena trentenne, andò eroicamente incontro al suo destino lasciando la giovane moglie e i suoi tre figli, uno dei quali ‘ Rodolfo ‘ residente ad Allumiere.
Il funzionario disse il suo ultimo ‘NO’ all’ingiunzione di aderire alla Repubblica di Salò il 19 marzo 1945, solo 27 giorni prima di morire per gli stenti: estremo atto di dignità che gli costò l’espulsione dall’infermeria con circa tre settimane di anticipo sulla prognosi. Disse allora al collega e compagno di prigionia Salvatore Poti: ‘riconfermo il ‘no’, ma non vedrò più la mia famiglia
Rieti ha intitolato a Filippo Palieri la locale sezione ANPS (Associazione Nazionale Polizia di Stato), il Salone di rappresentanza della Questura e la strada inaugurata lo scorso giovedì 22 maggio (era nato il 22 maggio del 1911), sita nella nuova zona degli impianti sportivi. Il nome del funzionario è pure ricordato in Allumiere (Roma) da un cippo al Santuario Diocesano della Madonna delle Grazie e da un Largo a lui intitolato. Le circostanze del suo arresto ed il prezzo pagato dalla famiglia per il suo coraggio, sono narrate nel libro ‘Oltre il lager’, scritto dai figli. Nel ’43 essi avevano 9, 4 e 3 anni. Da sempre si sono chiesti se fosse stato giusto imporre un dolore così grande a loro ed alla propria madre. Ma giunti all’età dei veri consuntivi, fatti di beni non usurabili, gli eredi di Filippo Palieri hanno compreso appieno l’enorme patrimonio morale ereditato dal genitore. Essi vogliono ringraziare, anche a nome della loro madre scomparsa, quanti nella Polizia di Stato, al Ministero dell’Interno e al Comune di Rieti, si sono adoperati per onorare la memoria del loro padre. Ma i figli di Filippo Palieri ringraziano anche come semplici cittadini italiani, convinti che onorare e ricordare gli uomini meritevoli serva a migliorare la condotta delle nuove generazioni. Quindi, il proprio amato Paese.