In Gesù Cristo il nuovo umanesimo

Il cammino della diocesi verso il Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze

“Una comune presa di coscienza riguardo al senso dell’umano” e la testimonianza di “come in diversi luoghi tanti uomini e donne partecipano già alla novità di Cristo”. È su queste indicazioni contenute nella Traccia per il cammino verso il quinto Convegno Ecclesiale Nazionale “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo””che lo scorso 21 marzo si sono riuniti i Laboratori di studio, “luoghi”” di approfondimento nati dopo il convegno della Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia. La delegazione diocesana all’incontro nazionale, che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre prossimo, sarà guidata dal vescovo Luigi Marrucci e composta da don Federico Boccacci, vicario episcopale per la pastorale, don Fabio Casilli, segretario della Curia, e tre laici: una coppia di sposi in rappresentanza della pastorale per la famiglia e un giovane universitario della Consulta di pastorale giovanile.

Il confronto dei laboratori – che si riuniranno nuovamente il 27 giugno – è prezioso per «offrire ai delegati diocesani un punto di partenza per il lavoro che dovranno svolgere a Firenze», spiega don Federico Boccacci. «Dopo questo appuntamento, in cui ci siamo riuniti per pregare lo Spirito Santo ad aiutarci a leggere la nostra realtà ecclesiale – prosegue il sacerdote – e dopo un successivo discernimento che faremo nel consiglio pastorale e con i presbiteri, ci riuniremo tra delegati per sintetizzare le riflessioni maturate e rappresentare in un documento il contributo della nostra Chiesa». «Il confronto su più livelli – spiega don Boccacci – permette di far emergere molte buone pratiche che meritano di essere diffuse, per seminare fiducia e speranza, e mostrare la presenza di Gesù nell’attuale cultura». I laboratori, che hanno visto la partecipazione di oltre cinquanta delegati parrocchiali, si sono riuniti nella Cattedrale di Civitavecchia e nella parrocchia Maria Santissima Stella del Mare a Tarquinia Lido e, ognuno di essi, si è confrontato sulla traccia di lavoro proposta dalla Conferenza episcopale, approfondendo in modo particolare le “cinque vie” in esso contenute come chiavi di lettura: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. «È emersa chiaramente – spiega Piero Gufi, coordinatore del gruppo “uscire” – la voglia di riscoprire la gioia di essere comunità. Per essere “Chiesa in uscita” sono state due indicazioni specifiche: quella di “riappropriarsi del calendario” per far conoscere il valore della festa e quella di coinvolgere maggiormente le famiglie nelle scelte pastorali, in particolare le giovani coppie».
Il laboratorio “educare” è stato coordinato da Giuseppe Mancuso. «L’educazione – ha detto – rappresenta un ambito cruciale per il futuro della nostra società e della nostra Chiesa e non può prescindere dalla consapevolezza piena di quale sia la realtà in cui le giovani generazioni vivono». Nell’incontro sono stati proposti due spunti di riflessione: sulla comunicazione nell’era digitale e la questione dell’identità sessuale. «L’impegno educativo – spiega Mancuso – che non può essere avulso dai contesti e dai linguaggi in cui vivono le nuove generazioni, continua comunque ad avere la famiglia come suo elemento cardine. Famiglia che va quindi sostenuta, accompagnata, incoraggiata».
Felice Mari ha coordinato il laboratorio “abitare”. «Un invito a condividere – ha spiegato – e nasce dalla conoscenza delle difficoltà e delle gioie che vivono gli altri. Per seminare la fede occorre potenziare i rapporti per coltivare quanto si vuole seminare».