Il progetto di Pastorale della salute

La Diocesi propone un percorso di formazione per diaconi, ministri dell'eucaristia e volontari nella sanità

«Essere sani non riguarda soltanto i bisogni fisici perché per il giusto equilibrio della persona è fondamentale il rapporto con Dio». È quanto ha dichiarato don Herbert Djibode Aplogan, responsabile per la pastorale della Salute, che lo scorso 13 ottobre ha presentato il programma del suo Ufficio nell’ambito dell’incontro degli operatori della sanità con il vescovo Luigi Marrucci.
Più di venti persone – sacerdoti, religiose e diaconi – che operano nei due ospedali, nelle otto case di cura e riabilitazione, nelle due comunità terapeutiche e nell’unica clinica privata presenti in Diocesi, per la prima volta si sono riuniti per condividere il lavoro pastorale in ambito sanitario.
«È stato uno scambio di esperienze, – spiega don Herbert – il punto di partenza per un progetto di coordinamento e formazione che ci vedrà impegnati nei prossimi anni».
L’incontro è stato introdotto dal vescovo Marrucci che ha tracciato l’origine e i tratti salienti della pastorale della salute alla luce dei documenti ecclesiali. Il presule ha poi invitato i partecipanti a collaborare in un’opera di animazione condivisa e partecipata.
Ad illustrare la proposta della Diocesi è stato il direttore dell’ufficio spiegando come «nelle sue guarigioni, Gesù non opera soltanto quelle del corpo ma sempre raggiunge e opera la guarigione dello spirito. Per Gesù la salute del corpo è mezzo per arrivare alla salute dello spirito. Le Sue guarigioni riguardano tutto l’uomo, la persona, nelle varie dimensioni, affinché la salute si trasformi in salvezza».
Il programma, che nelle prossime settimane verrà illustrato anche ai parroci e agli altri animatori delle comunità, ha come obiettivo una formazione permanente per diaconi, ministri straordinari dell’eucaristia e volontari che prestano servizio di assistenza ai malati. Gli incontri, che si svolgeranno a livello diocesano, prevedono sia un ambito di “formazione umana” (identità del volontario, storia della carità), sia un “formazione teologica” (antropologia cristiana, psicologia del malato, relazione di aiuto, le sfide della bioetica).
«Nel nostro contesto culturale – ha spiegato il sacerdote – la sanità sta diventando sempre più oggetto di consumo. Si va manifestando una ricerca ossessiva della salute a tutti i costi, una cultura spesso esagerata e narcisistica del corpo e forme di farmacodipendenza, quasi che la medicina possa essere la risposta a tutti i bisogni e i desideri dell’essere umano. La pastorale sanitaria è dunque quanto mai necessaria ed urgente, per riproporre, nel mondo della salute e della malattia, i valori della vita e della persona, alla luce della Creazione e della Redenzione».