Il Convegno diocesano «Chiesa in uscita, in permanente conversione e formazione»

Il vescovo Luigi Marrucci ha aperto i lavori dell'Assemblea generale

«Occorre audacia, creatività e lungimiranza per poter incidere nel cuore e nella vita dei fratelli». È l’invito del vescovo Luigi Marrucci agli oltre trecento partecipanti al Convegno ecclesiale della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia che si è aperto giovedì 9 ottobre con l’Assemblea plenaria nel Teatro dei Salesiani a Civitavecchia. Il convegno, “Chiesa in uscita, in permanente conversione e formazione”, per il vescovo è occasione per «fare una verifica del nostro modo di servire Cristo e la Chiesa». 
Aprendo l’incontro con la preghiera dei vespri, nell’omelia (testo integrale), monsignor Marrucci ha introdotto i lavori spiegando «talvolta registriamo entusiasmo e dinamicità, altre volte dobbiamo fare i conti con la stanchezza e l’apatia della ripetitività quotidiana. Fermenti di risveglio si verificano soltanto con il semplice ritornare alle origini, riscoprire l’unico necessario, ripartire dall’essenziale. Il rinnovamento ecclesiale è solo e soltanto Gesù Cristo». Una Chiesa “in uscita” per il presule è allora quella «in grado di lasciarsi educare dal Vangelo per poi trasmettere con gioia contenuti, abitudini e senso dei valori». Una missionarietà per la quale è urgente un rinnovamento ecclesiale «che parta dalla formazione permanente degli operatori pastorali, si nutra di comunione, e nel dono della gioia riconosca che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto».
È stato don Jourdan Pinheiro, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Albano e incaricato regionale, ad approfondire il tema proposto nel convegno. «Il rinnovamento a cui ci chiama papa Francesco – ha detto il sacerdote – non vuole essere semplicemente un “ritocco” o un “aggiustamento superficiale” di qualche struttura o di qualche modo di fare». La «ricerca del volto» di una “Chiesa in uscita”, per don Pinheiro, dovrà partire dall’attuale organizzazione – scelte, strutture, modi e linguaggi della pastorale – «percorrendo uno stile di “essere Chiesa” e non di “fare chiese”». Le parrocchie, per il relatore, sono «il “luogo” in cui si realizza concretamente questa chiamata e gli operatori pastorali i primi coinvolti con una «una formazione permanete in vista della chiamata e della missione propria di ciascuno, che tenga conto della conoscenza della Parola e dei contenuti della fede, perché non bastano disponibilità di tempo e buona volontà».
Sabato 11 ottobre il convegno è proseguito con i Laboratori di studio che si sono svolti presso la parrocchia “Maria SS.ma Stella del Mare” in Tarquinia Lido per la zona pastorale di Tarquinia e la parrocchia “San Felice da Cantalice” (Cappuccini) per la zona di Civitavecchia. In ogni laboratorio vi era un rappresentante per parrocchia insieme a delegati delle congregazioni religiose, dei movimenti e delle associazioni. I gruppi – 160 partecipanti in tutto – sono stati animati da delegati del Consiglio pastorale diocesano e hanno discusso di: “La Chiesa diocesana, «soggetto di evangelizzazione», e la conversione pastorale”; “Le parrocchie in un mondo cambiato e la loro vita pratica, tra pastorale ordinaria e pastorale in chiave missionaria”; “Operatori pastorali, discepoli-missionari a servizio del regno nella chiesa”; “La famiglia come «soggetto» nella pastorale e protagonista della parrocchia”.
Il testo integrale dell’omelia pronunciata dal vescovo Luigi Marrucci
 
 

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Pubblicazione di Diocesi Civitavecchia-Tarquinia.