Il 19 settembre la preghiera ecumenica “Morire di speranza”

Iniziativa promossa dalla Diocesi e dalla Comunità di Sant'Egidio. Il vescovo Luigi: «risvegliare le coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta»

 Una veglia di preghiera ecumenica in memoria delle vittime del mare, dei tanti migranti morti mentre cercavano di raggiungere le nostre coste in fuga da guerre e persecuzioni, oppure alla ricerca di un futuro di speranza.
È l’iniziativa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia in programma il prossimo 19 settembre, alle ore 18, presso la Parrocchia dei Santi Martiri Giapponesi di Civitavecchia.
La celebrazione, ‘Morire di Speranza’, sarà presieduta dal vescovo Luigi Marrucci e terminerà con una processione verso il mare dove verrà deposta una corona di fiori in ricordo di coloro che hanno perso la vita per cercare la salvezza ed un futuro migliore.
«Pregare per questi uomini e queste donne vuol dire accendere i riflettori su una situazione che va sempre più aggravandosi», spiega Massimo Magnano, responsabile della Comunità di Sant’Egidio nella nostra Diocesi. Per Magnano «dimenticare, rimuovere, rassegnarsi alla normalità delle tragedie dell’immigrazione vuol dire lasciare morire ancora una volta le vittime in viaggio verso l’Europa, le vittime della speranza. Per questo desideriamo che questa iniziativa sia un momento di integrazione e di solidarietà e abbiamo invitato a pregare insieme le diverse comunità nazionali e religiose presenti a Civitavecchia».
La Veglia di preghiera è promossa per non dimenticare la speranza di tante persone e la sofferenza di chi cerca rifugio, per non rassegnarsi alle tragedie ma impegnarsi per un mondo più umano e giusto.
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno, nel corso dell’ultimo anno, dall’agosto 2012 al 10 agosto 2013, sono sbarcate in Italia 24.277 persone. Un terzo, esattamente 8.932, è arrivato in quaranta giorni, dal primo luglio al 10 agosto 2013.
Non tutti i migranti riescono ad arrivare alla meta: molti, nessuno sa quanti, non raggiungono le coste nordafricane perché muoiono nella lunga traversata del deserto. Altri trovano la morte in quella striscia di mare che divide l’Africa dall’Europa, si stima 19 mila dal 1988 ad oggi. Sono uomini e donne in fuga dalla fame, dalla guerra, dalle persecuzioni per le quali in molte parti del mondo ancora si muore. Sono esseri umani talmente disperati da rischiare di mettere a repentaglio la loro stessa vita pur di arrivare alle soglie della salvezza che l’Europa per loro e i propri figli rappresenta. Di molti purtroppo non si hanno più notizie.
La preghiera ‘Morire di Speranza’ è nata pensando a ciascuno di loro. Anche una sola di queste vite perse in mare in un viaggio di dolore e disperazione è una sconfitta per tutti che non può e non deve lasciare indifferenti.
Queste morti sono un richiamo alla responsabilità, per guardare alla realtà della migrazione mettendo sempre in primo piano la vita di ognuno e il pieno rispetto dei diritti umani.
«La visita di Papa Francesco a Lampedusa è stato un segno forte per tutti noi. Il Santo Padre ci ha invitato a pregare, a compiere un gesto di vicinanza come ha fatto lui, e a risvegliare le coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta» ricorda il vescovo Luigi Marrucci presentando l’iniziativa.
Per il presule «la domanda che il Papa ci ha rivolto dall’Isola simbolo dell’immigrazione, ‘Dov’è tuo fratello?’, risuona ancora in tutti noi. Il Pontefice si scagliò contro la ‘globalizzazione dell’indifferenza’ e ci invitò a condividere la sofferenza di questi fratelli, anzitutto nella preghiera».
La veglia di preghiera vuole essere un’occasione di integrazione tra le diverse comunità nazionali e religiose presenti a Civitavecchia, unite nella solidarietà e nella memoria. È una preghiera ecumenica perchè sarà partecipata attivamente da rappresentanti dellle altre Chiese Cristiane presenti nella diocesi: in particolare la Chiesa Battista e la Chiesa Ortodossa. Assiterà alla Preghiera anche una dellegazione musulmana. Presenti inoltre cittadini provenienti da vari Paesi: Romani, Nigeria, Senegal, Bangladesh, Bulgari ed altri. Sarà davvero un evento ecumenico con un respiro mondiale che aprirà la città alla preghiera, alla solidarietà ed alla speranza.