Francesco di Paola, minimo-massimo di tutti i tempi


Puntualmente ogni anno alla terza domenica di maggio, la Parrocchia dell’Uliveto in Civitavecchia festeggia il suo Patrono San Francesco di Paola vissuto dal 27 marzo 1416 al 2 aprile 1507 in pieno Rinascimento. Più di qualche illustre prelato della Chiesa (vedi il cardinale Antonelli) ha definito il Paolano come un “minimo-massimo”, perche nella sua polie­drica personalità di eremita, fondatore, profeta, taumaturgo, erborista… sono fortemente contrastanti alcuni elementi di minimezza con altrettanti di grandezza. Da una parte c’è la sua origine contadina in una regione tra le più povere dell’Italia del sud, come era ed è la Calabria. Si aggiunga la sua modesta preparazione culturale ma soprattutto la sua vita nascosta e penitente, lontana dal lusso e dalle intemperanze con cui l’era rina­scimentale ammaliava le sue prede. Tutte queste sono prove che fanno del Calabrese il Santo dell’umiltà, come bene esprime il nome di Minimi dato ai suoi figli spirituali dei tre rami che sono: i Sacerdoti e laici professi, le suore e i fedeli cristiani.
D’altra parte, la sua spiritualità radicale e granitica impressionante, in cui la fede è roccia incrollabile, la carità è fuoco inestinguibile e alimentatrice di scelte eroiche, la penitenza come conversione attraverso una vita di quaresima come stile che non abbraccia soltanto i quaranta giorni del tempo liturgico, ma che impegna tutta l’esistenza. Inoltre, i miracoli straordinari che costellano quà e là una vita nonagenaria, tra i quali è memorabile la traversata del Santo per lo stretto di Messina sul suo mantello, così onomatopeicamente riprodotta dalle note musicali del grande compositore ungherese Lizt;ed immortalata da illustri pittori e scultori di ogni tempo, costituiscono come pirotecnici di luminosità spirituale che emanano dalla sua Persona. Infine, amato e stimato dalla povera gente che a Lui ricorreva con frequenza, gratificata da tanto Padre; consigliere di Papi, Re e Regine, il nostro Santo ha meritato di essere scelto in una rosa di Santi ”concorrenti’ ad essere immortalato con una gigantesca statua che lo raffigura nella basilica di San Pietro, accanto all’altare della confessione.
Il mese di maggio in cui festeggiamo il nostro Patrono, ci riporta necessa­riamente ad un accostamento con la Madonna, ‘umile ed alta più che creatura’. L’umiltà del Paolano di cui abbiamo parlato, l’avvicina molto a quella minimezza-grandezza in cui Maria eccelle per tanti motivi che noi cono­sciamo e che rende strettamente uniti i due Santi, la cui intercessione sul popolo santo di Dio continui ad essere prodiga come ieri ed oggi. Amen.
 
I festeggiamenti, preceduti giovedì scorso dall’apertura del solenne Triduo e dalla Santa Messa in memoria dei marittimi vivi e defunti di cui San Francesco è celeste Patrono (Pio XII – 7 marzo 1943), celebrata ieri mattina presso la Chiesa di Santa Maria Regina degli Angeli e dei Martiri nel Porto storico di Civitavecchia, si concluderanno oggi come da seguente programma:
– Domenica 15 maggio: Concelebrazione presieduta da Mons. Elio Carucci ‘terziario minimo’ con la partecipazione di 4 novelli sacerdoti Minimi. Al termine breve processione con la statua del Santo animata dalla banda “Ponchielli”. Al rientro cerimonia di chiusura sul sagrato della Chiesa.
Ore 18,10 Messa di ringraziamento