Don Salvatore Pillitu è tornato al Padre


La chiesa di Santa Maria dell’Orazione, in Civitavecchia, giovedì 8 u. s. ha accolto per l’ultima volta Don Salvatore Pillitu, manifestandogli così la gratitudine per gli anni nei quali aveva svolto lì il suo ministero sacerdotale. Il Vescovo diocesano, Mons. Carlo Chenis, attorniato da buona parte del Presbiterio, ha presieduto la celebrazione eucaristica per le sue esequie.
Don Salvatore ci ha lasciati con la semplicità e la discrezione con cui aveva vissuto, quasi non volendo arrecare disturbo. Era nato in Sardegna, a Villasor (CA), nel lontano 16.09.1914, ultimo di cinque figli. Ordinato Sacerdote il 3 marzo 1940 si era poi trasferito a Civitavecchia dove ha svolto il suo lungo ministero sacerdotale con diversi compiti. Segretario particolare dell’allora Vescovo, Mons. Giulio Bianconi, e Cappellano delle suore Adoratrici del Sangue di Cristo era poi passato all’insegnamento della Religione presso l’Istituto Tecnico Industriale della Città incontrando una gran quantità di giovani che ancora ne conservano il ricordo.
Ma la sua attività, forse più nota, è stata quella svolta presso l’Ospedale San Paolo, di cui è stato Cappellano per lunghi anni, diventandone quasi una istituzione.
Sempre discreto e attento, è stato vicino a tanti malati portando loro il conforto della fede ed una parola di incoraggiamento.
Canonico della Chiesa Cattedrale di Civitavecchia, si sentiva onorato di poter partecipare alle celebrazioni solenni presiedute dal Vescovo. Quando per raggiunti limiti di età ha dovuto gradualmente lasciare i diversi incarichi non si è rassegnato a mettersi a riposo ma ha chiesto, e ottenuto, di poter svolgere l’ufficio di vice parroco presso la Parrocchia di Santa Maria dove è rimasto fin oltre la veneranda età di novanta anni, col suo carattere schivo e apparentemente duro.
Da circa un anno era stato costretto dalle sue condizioni di salute, e molto a malincuore, a ritirarsi presso la casa di riposo ‘Istituto Marchesa Ferrari’ di Tarquinia. Fino al giorno dell’Epifania aveva condiviso con gli altri ospiti la vita della casa. Aveva trascorso il Natale presso la nipote a Civitavecchia e nulla lasciava presagire la conclusione della sua avventura terrena. E’ stato sufficiente un piccolo disturbo, con conseguente ricovero in Ospedale, per spegnere la sua lunga e laboriosa esistenza che nell’ultimo periodo, come ha sottolineato il Vescovo nell’Omelia, era stata caratterizzata dal carisma della preghiera e della solitudine.
Ricordiamolo nelle nostre preghiere.
 
Mons. Rinaldo Copponi