«Custodire la vita è un dovere bello di ogni credente»

La lettera del vescovo Gianrico per la 43ª Giornata per la vita di domenica 7 febbraio

L’impegno per la custodia e la difesa della vita umana è un dovere bello e inderogabile per ogni credente.

Prendo spunto dalle parole poetiche di suor Chiara Patrizia, per tanti anni monaca nel Monastero delle Clarisse di Urbino:

Conosco
il silenzio
di chi rimane come perduto
davanti a Dio,
e vi sta fiducioso
fino a quando
dal “niente”
rinasce
la VITA
nel suo primitivo
fulgore.

Desidero ringraziare tutti coloro che operano per la vita. Nei mesi trascorsi abbiamo compreso ancor più profondamente che cosa si possa e si debba fare per sostenere la vita, anche in momenti drammatici come quelli accaduti negli ospedali o nelle case di accoglienza per gli anziani a causa del Covid-19. Ancora oggi nel nostro paese, come in moltissime regioni del mondo, la vita non è tutelata: non è accolta, non è sostenuta, non è “curata”, non è protetta, non ha la possibilità di essere dignitosa, è oppressa, è abbandonata, è dimenticata, è “scartata”, è disprezzata, è violentata e abusata, è negata.

Dove si nega la vita, si nega l’amore e si nega la speranza.

È per questo motivo che ogni credente deve sentire questo impegno come un dovere “forte” e necessario del proprio cammino di vita. Là dove la vita è negata, emerge un silenzio di morte: quella morte che Dio è venuto a sconfiggere per sempre.

Ad ogni sorella e ad ogni fratello della nostra comunità dico: noi tutti abbiamo la gioia ed il compito di difendere la vita, perché sappiamo che la vita ci è stata donata e che il Primo che ci offerto questo dono è Colui che ha “consegnato” la Sua vita per noi, rendendoci liberi per sempre: il Signore Gesù, il Risorto!

Il messaggio della Conferenza episcopale italiana

La lettera del Movimento per la Vita di Civitavecchia