Cappellani itineranti

L'invito dell'Apostolato del Mare ai sacerdoti per questa particolare opera evangelizzatrice della Chiesa

 
Sui mari accanto al “popolo degli invisibili” –  Salire su una nave e condividere in tutto e per tutto la vita ed il lavoro di quanti, per scelta o per necessità, traggono la loro fonte di sostentamento da una attività professionale in mezzo al mare. Stiamo parlando dei cappellani di bordo, cioè di quei sacerdoti che prestano il loro servizio pastorale verso i marittimi migranti e i passeggeri di una nave da crociera, come prevede il Motu Proprio Stella Maris del 31 gennaio 1987. Con quest’incarico da parte della Chiesa, il cappellano si imbarca come missionario, e va a condividere in tutto e per tutto la vita ed il lavoro di quanti, per scelta o per necessità, traggono la loro fonte di sostentamento da una attività professionale in mezzo alle onde, lontano da terra e dagli affetti più cari. Un ‘popolo invisibile – ci spiega don Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale dei Marittimi della Fondazione Migrantes –  che ha una residenza a terra solo per comodità ma che vive gran parte dell’anno in mare’.
Sulle navi   passeggeri   il servizio del cappellano di bordo è iniziato nei primi decenni del XX secolo come accompagnamento dei migranti nelle Terre della America. Un tempo nel quale molte navi partivano per lunghi viaggi con il loro carico umano d’intere famiglie e di tutto quello che esse potevano portare via con sé, per un viaggio spesso senza ritorno. Il ruolo dei cappellani di bordo era quello di  accompagnare  queste famiglie e spesso si fermavano con loro per alcuni periodi nelle nuove terre dove giungevano, per assisterli  nei loro primi inizi’ poi ripartivano per l’Italia, magari portando con sé lettere o notizie delle famiglie emigrate ai parenti che erano rimasti in Italia, raccontando a questi ultimi le storie e i destini di tanti che erano partiti (all’epoca non c’erano telefoni e la posta era lenta!).
Le navi passeggeri – ci racconta don Artur Jeziorek, responsabile dei cappellani di bordo dell’Apostolato del Mare italiano – hanno esercitato per   decenni questo scopo di    mezzo di trasporto a servizio dell’emigrazione. Nei primi anni ’90 si è cominciato a pensare a una espansione del mercato crocieristico anche in Europa, cosa che in America era iniziata un decennio prima, e cosi si è iniziato a ricostruire una flotta di    navi da crociera, non più   navi di bandiera (finanziate dallo Stato) ma   di Armatori privati, che hanno saputo raccogliere il favore di molti vacanzieri che hanno cominciato ad apprezzare il nuovo modo di girare il mondo..
E il cappellano? E’ diventato non più cappellano dei migranti ma cappellano dei vacanzieri?  Facile deduzione questa. Infatti,   tutti la pensano più o meno cosi: che il cappellano di bordo sia come quel prete diventato famoso per la serie di telefilm americani ‘Love Boat’   che   con aria piacente gira per i saloni, raccogliendo i pettegolezzi di passeggeri spensierati, le confessioni di chi ha segreti da nascondere. ‘Non è   questa la    figura del cappellano di bordo”, ci dice don Centurioni: da quando le   navi passeggeri sono navi vacanza,   con la possibilità di poter trasportare circa 4000 passeggeri e oltre mille persone   di equipaggio, sono diventate delle ‘città galleggianti, lo stile di vita e di lavoro è cambiato radicalmente. Se da una parte le navi sono più moderne, dotate di qualche comfort e l’ambiente di lavoro più pulito e sicuro, dall’altra parte – ci racconta don Artur – i marittimi sono soggetti a ritmi di lavoro molto intensi e faticosi, in un meccanismo di procedure e sistemi operativi che tende a ridurre   i lavoratori a un numero, a forza/lavoro’. Di qui la lungimiranza e la sensibilità anche delle nuove Società armatrici di pensare a una attività di   welfare per l’equipaggio, e la disponibilità dell’Apostolato del Mare di dedicarsi al benessere dei numerosissimi equipaggi delle   nuove navi passeggeri, con ‘la sapienza del Vangelo’ e   con la ‘pedagogia’ della Chiesa, ‘Maestra di   Umanità ‘. E allora chi è il cappellano di bordo su queste navi?  Egli ‘non è principalmente l’accompagnatore di   passeggeri vacanzieri, ai quali comunque non fa mancare la sua assistenza spirituale,   ma soprattutto il compagno di lavoro,   il confidente prima e poi il pastore, la guida umana e spirituale di un equipaggio che a parte il lavoro e la cabina rimarrebbe altrimenti privo di un punto di riferimento,  di aggregazione, di sostegno’.
‘Ogni tanto faccio – racconta don Jeziorek – qualche domanda ai passeggeri che vengono alla messa   a bordo  e dico:   sapete quanti membri di equipaggio ci sono su questa nave ?   La domanda   li coglie di sorpresa perché non ci hanno mai pensato; azzardano una risposta ed ecco 300? mi dicono’   400?   qualcun altro…   E io rispondo a me stesso e a loro e dico: 1068′ !!!   WOW !! Si meravigliano e sono convintissimi che non sarebbero mai arrivati a pensare a cosi tante persone. Infatti a parte qualcuno che gli rifà la cabina e gli porta il piatto al tavolo al ristorante, anche per i passeggeri di una nave crociera   i membri di equipaggio sono invisibili… Che condanna!   A non essere contati a terra e a non essere contati nemmeno a bordo’.
A bordo – ci dice ancora don Artur – il prete è ‘padre’ di tutti, anche per i musulmani, hindu, etc.. Don Artur insieme a don Martino della Migrantes si augurano che altri preti siano disponibili a questa esperienza, anche per un tempo della loro vita, un anno, o due, per dare uno slancio missionario al loro ministero, per dare un contributo all’opera evangelizzatrice della Chiesa anche al di là del mero criterio territoriale, per scoprire un mondo così invisibile, nel quale è importante portare la visibilità dell’amore credibile di Dio.
 
Rimango alla vostra disposizione.
 
 
                                                                                                      Don Artur Jeziorek
                                                                                    Responsabile Nazionale Cappellani di Bordo
                                                                                                    onboard@stellamaris.tv