Il coraggio, la gioia, la passione, la voglia di prendere il largo: sono questi gli elementi della missionarietà di ogni battezzato che il vescovo Gianrico Ruzza ha augurato ai delegati presenti ieri sera il 19 settembre all’Assemblea ecclesiale interdiocesana di inizio anno dedicata proprio alla missionarietà che si è svolta nella parrocchia della Santissima Trinità di Cerveteri.
Il 9 e 10 ottobre seguiranno le Assemblee diocesane a Civitavecchia e Roma in cui i delegati delle parrocchie e delle aggregazioni ecclesiali si confronteranno guidati da tre domande sull’essere missionari nel quotidiano.
E proprio su questi tre quesiti che ieri sera ci sono state quattro testimonianze sul “vivere la missione nel quotidiano”. Dopo la meditazione sul brano degli Atti degli Apostoli del biblista Nazzareno Tomassi, di sono succeduti il diacono Luigi Cortorillo, suor Claudia Percussi e Felice Mari di Civitavecchia, Cecilia Turbitosi di Ladispoli.
Uno spaccato delle due Chiese sorelle, unite nel vescovo, in cui sono stati rappresentate le diverse generazioni, i due sessi, le diverse esperienze ecclesiali, le vocazioni dei battezzati, l’appartenenza a gruppi e movimenti ecclesiali, l’impegno pastorale svolto in parrocchia e diocesi, professioni e impegni pubblici.
«Ogni battezzato – ha detto il moderatore Alberto Colaiacomo – racchiude tante di queste cose: in famiglia, nel lavoro, nella propria parrocchia, con l’impegno associativo e politico. Riflettere sulla missione, allora, vuol dire riflettere su noi stessi e magari scoprire tante belle cose. Abituati come siamo a vedere tutto un po’ cupo, possiamo invece prendere coraggio e ricominciare proprio da quello che stiamo facendo».
Le conclusioni affidate al vescovo Ruzza, che ha formulato quattro augurii: “Il primo augurio, quello del coraggio che prendo da quello che ha detto Luigi. Le relazioni possono cambiare quando incontriamo il Signore e non ci si arrende mai, perché quando passa il Vangelo nulla rimane come prima». «Poi voglio augurarvi la gioia, di cui ci ha parlato Felice. La gioia perché comportarsi in un certo modo, vivere secondo il Vangelo, cambia il rapporto con gli altri, perché li interroga, li attrae». «Voglio augurarvi la passione, perché il primo atto missionario ci ha detto suor Claudia è alzarsi. Abbiamo bisogno di rendere udibile, visibile, afferrabile, incontrabile Gesù Cristo che ha conquistato il cuore di tutti noi».
Voglio infine augurarvi, come ci ha detto Cecilia, di prendere il largo: togliamo gli occhiali sporchi, forse anche di un certo formalismo, di un certo legalismo, e lasciamo che entri la luce del Vangelo. Per una missione che sta dentro le parrocchie ma dalle parrocchie esce verso il mondo del lavoro, delle famiglie, delle scuole, delle relazioni, delle provocazioni. Allora mettiamo in gioco la nostra vita».
Ad animare l’incontro, con tre brani tratte da colonne sonore di film sulle vite di missionari, Sofia Colaiacomo al pianoforte e Caterina Colaiacomo al flauto.














