Visita pastorale a San Gordiano. La comunità rinasce con l’oratorio

La comunità di San Gordiano accoglie con grande partecipazione il vescovo Marrucci in visita pastorale

«Un evento vissuto in modo straordinario, una novità per molti di noi, che ha visto la comunità partecipe e grata perché si è sentita al centro dell’attenzione del proprio vescovo». Così don Ivan Leto, parroco di San Gordiano Martire a Civitavecchia, descrive la visita pastorale compiuta da monsignor Luigi Marrucci che si è conclusa lo scorso 8 marzo. La realtà di San Gordiano si estende su un territorio molto vasto nella parte meridionale di Civitavecchia: oltre all’originario quartiere include anche la zona di Boccelle, in costante evoluzione strutturale e sociale, perdendosi fino ai confini dei territorio di Allumiere e Tolfa e comprendendo gran parte della via Aurelia sud. «Dodicimila fedeli – spiega don Leto -, un quarto dei quali partecipa alla vita della comunità parrocchiale nell’eucaristia domenicale o attraverso l’oratorio e le attività che vengono proposte». La comunità è cresciuta notevolmente negli ultimi dieci anni, questo non solo perché c’è stata una costante espansione abitativa, ma anche per un’azione pastorale attenta a valorizzare le diverse realtà ecclesiali e associative che vi si trovano o promuovendone delle nuove. «L’oratorio “San Giovanni Paolo II” – dice il parroco – sorto nel 2008 al posto di un centro sociale per anziani poco frequentato, è diventato il fulcro della vita dell’intero quartiere. In esso, ogni giorno, si incontrano diverse generazioni grazie alle molteplici attività. Un’esperienza che il vescovo Marrucci ha molto apprezzato, ringraziando gli educatori e il consiglio dell’oratorio». «Una comunità dinamica – la descrive don Leto – ricca di gruppi ecclesiali che vive con entusiasmo le proposte di preghiera, di pastorale, di catechesi e di vita comunitaria».La parrocchia si estende in una zona residenziale con caratteristiche abitazioni di villini e una popolazione composta soprattutto da ceto medio, militari e professionisti. Si tratta di una comunità eterogenea, molto spesso non originaria di Civitavecchia ma arrivata per lavoro soprattutto dalle regioni meridionali. Una realtà in cui non mancano i casi di disagio e povertà che vedono impegnata la Caritas parrocchiale e alla quale l’intera comunità partecipa con generosità.Ad accogliere il vescovo, insieme al parroco, c’era padre Eduardo Mariano Haist, studente che collabora in parrocchia nei fine settimana, e i due diaconi permanenti Paolo Bernacchia e Valeriano Romanelli.Iniziata il 3 marzo scorso con la messa vespertina e l’intronizzazione dell’evangeliario, la visita del vescovo Marrucci si è caratterizzata per gli incontri con le diverse realtà parrocchiali e del quartiere. «Molto gradita dai parrocchiani – racconta il parroco – è stata la possibilità di celebrare ogni giorno l’eucaristia insieme al vescovo. Una partecipazione attenta e numerosa che giovedì, nella Messa conclusiva, ha visto la presenza di moltissimi fedeli».Nel l’incontro con le realtà “adulte” – i gruppi liturgico, Caritas, lettori, “Padre Pio”, i consigli pastorale e affari economici – il presule ha invitato alla corresponsabilità nella vita della parrocchia, soffermandosi sul l’importanza delle aggregazioni laicali e sottolineando come la diversità dei carismi e delle esperienze debba tradursi nella comunione e nel comune impegno per la crescita della comunità parrocchiale.Con i giovani e i ragazzi del catechismo, monsignor Marrucci ha preferito il dialogo spontaneo rispondendo alle diverse domande che gli venivano poste. Particolarmente festosi gli incontri nelle scuole, che lo hanno accolto con canti e poesie realizzate dagli studenti.Il presule si è recato anche dagli anziani della casa di riposo “Villa San Tarcisio” e con alcuni malati presso le loro abitazioni.«Il vescovo – ricorda don Leto – si è soffermato molto con i giovani, soprattutto con quelli che collaborano attivamente alle attività parrocchiali: catechisti, educatori, animatori dell’oratorio. Ha molto apprezzato che siamo presenti molti giovani anche nel consiglio pastorale».