In merito alle notizie apparse, per prevenire ulteriori gravi azioni diffamatorie e la palese violazione della privacy del sacerdote da parte degli organi di stampa, la Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia precisa:la presenza del sacerdote in Diocesi risulta volutamente desiderata e scelta per espressa volontà dello stesso e non vincolata dalla determinazione sanzionatoria sancita da procedimenti obbligatori o disciplinati di costrizione nel cambio di comunità o diocesi. A carico dei fautori e responsabili dello sciacallaggio mediatico (la fonte della diffamazione è stata riscontrata nella Rete l’Abuso e nel redattore Francesco Zanardi) sono state adottate iniziative in termini di procedimento, per via del Garante per la Protezione dei dati personali presso il Dipartimento Comunicazioni e Reti Telematiche che ha provveduto all’avvio di un esposto (Protocollo N° U.0029572 27-102/15) a carico del quale, per stesse determinazioni diffamatorie, è stato anche formalizzato – proprio in questi giorni – un avviso di garanzia, come espressamente comunicato in post dal diretto interessato, confermando che non risulta nuovo in simili iniziative a danno dei sacerdoti. Con riferimento alla questione sollevata, puramente diffamatoria e come tale risulta in atti a partire dal 2012, si evince da accertamenti prodotti e depositati alla stessa Congregazione per la Dottrina della Fede che, a carico dell’indicato sacerdote risultano delle mere calunnie (sulla sua attività pastorale nella locride) e che non si ha alcun riscontro di elementi certi che abbiano potuto convalidare quanto scritto di un procedimento formalizzato in decreto in termini sanzionatori – la cui validità e durata di anni quattro – così come non vi è riscontro sostanziale in termini di impedimento dell’esercizio del ministero sacerdotale. Non sussistono, né tantomeno sono mai stati in essere, impedimenti, sanzioni, denunce o condanne penali a carico del sacerdote tali da generare o legittimare sospetti e poter giustificare attenzioni mediatiche e l’esercizio del diritto di cronaca. Tali notizie, manifestatamente infondate, se pubblicate rappresentano violazioni penali in termini di abuso della credulità popolare e simulazione di reato con l’aggravante della diffamazione a mezzo stampa. In continuità a quanto segnalato come illecito, si precisa che la parte lesa e la stessa Curia Vescovile, come parte chiamata impropriamente in causa, si riservano di sporgere ricorso presso le autorità giudiziarie a carico di quanti, in piena formula diffamatoria, daranno ancora seguito ad azione criminis nella modalità dell’illecito indicato. La Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia chiede al Signore che questa ingiusta sofferenza, faccia rinascere la gioia e la serenità per il sacerdote calunniato, per la Comunità di San Gordiano martire dove lo stesso opera e continuerà ad operare come vicario parrocchiale, per l’intera società civile locale.
Precisazione della Curia su alcuni articoli diffamatori
La nota ufficiale del 2 dicembre 2015

È da qualche settimana che siti internet, testate online e utenti di Facebook riprendono in fumus persecutionis atti diffamatori a carico di un giovane sacerdote che dallo scorso mese di settembre opera nella nostra Diocesi, come vicario cooperatore nella Parrocchia di San Gordiano martire.